Italiani all’estero: Il "sì" al referendum è uno sputo in faccia a Mirko Tremaglia. Una offesa alla dignità  ed all’intelligenza degli italiani residenti all’estero.

Il paradosso del consiglio agli italiani residenti all'estero di votare “sì”al referendum del 4 dicembre e perdere così i sei senatori eletti fuori confine è un insulto non solo alla memoria di Mirko Tremaglia, ma una gravissima offesa nei riguardi di tutti gli italiani all'estero. L'atteggiamento di strafottenza giustificato dalla militanza politica vetero-comunista degli eletti nella Circoscrizione Estero, è la cosa peggiore alla quale si debba assistere. Essi, mostrano di ignorare la deontologia, la consecutio politica della storia, si fanno interpreti di un “copiaeincollismo” preso e ripreso dalle retoriche parlamentari passate tali e quali violando la spontaneità e l'analisi dei fatti. D'altronde, l'espressione del mondo italiano all'estero forse la più becera e la meno gratificante possibile, sta tutta concentrata nella rappresentanza scadente dei suoi parlamentari. Rappresentanti che sui territori hanno acquisito esperienze nei sindacati, nelle organizzazioni italiane con un minimo di istruzione che consentisse loro di esprimersi, ha fatto di loro dei rappresentanti il cui compito onorevole è stato più volte disonorato. Ancora oggi quel “sì” consigliato sino allo spasimo è la quinta essenza dell'interesse partitico ai danni della gente e delle persone. Ma vogliamo metterla diversamente senza entrare nel merito e nella bontà della proposta? Bene! Come si può pretendere che l'eliminazione dei sei senatori della Circoscrizione Estero sia un bene per le nostre comunità di italiani? E' come togliere la bicicletta ad un bambino spiegandogli che è più bello andare a piedi; sarebbe come dire ad un malato che non prendere le medicine per il suo male è salutare e così via discorrendo. Insomma, i referendari per il “sì” propinano insulsaggini sapendo di propinarle e papale papale dicono loro: “date via la metà del vostro stipendio e sarete economicamente più forti”. Questi eletti all'estero che vogliono che si voti “sì” sputano in faccia direttamente alla memoria di Mirko Tremaglia. Possono farlo giusto perché Mirko non c'è più fisicamente. Avrebbero dovuto provarci da vivo. Allora sì. Essi se sono negli scranni del Parlamento italiano a fare i nababbi con i soldi dei contribuenti, lo devono proprio a Tremaglia che, senza esclusioni di colpi, mettendosi contro Fini, tutto il suo partito ed il Parlamento, ha vinto una battaglia che egli credeva giustissima. Quindi, come se tutto ciò non bastasse, gli eletti all'estero sputano in maniera invereconda nel piatto in cui mangiano. Non sono difendibili. Avrebbero dovuto essere compatti nel dire: “signori, può essere bella come volete la vostra riforma ma per quanti siamo stati chiamati a rappresentare invece è un dito nell'occhio ed allora o lasciamo i sei senatori eletti all'estero oppure siamo spiacenti, ma approverete questa riforma senza il nostro voto”. Ecco cosa avrebbero dovuto dire fossero stati intellettualmente onesti e politicamente utili.

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