Il macchinoso sistema elettorale di voto per i connazionali all’estero, sappiamo, essere una cuccagna per quanti sul territorio hanno conoscenze ed agganci. Il plico che contiene la scheda con un numero seriale che corrisponde ad un essere umano votante è, come qualsiasi numero, anonimo. E’ questa la caratteristica peculiare che rende facile il passaggio, la vendita ed il furto di schede bianche votabili da chicchessia. In realtà, a pensarci bene è una idiozia veramente disarmante in quanto non esiste né è prevista nessuna verifica di identità né a monte e neanche a valle del processo di votazione. Pensiamo a chi si sia impossessato di un sacco pieno di schede bianche, cosa che peraltro avviene sistematicamente ad ogni votazione. Pensiamo, dicevo, a questo ladro che porta a casa sua il sacco, egli potrà votare con una santa pazienza tutte le schede con i simboli e le preferenze di suo interesse. Quando questo ladro avrà finito provvederà ad immettere nel circuito distributivo plichi ed il gioco sarà fatto. Personalmente mi son fatto una idea abbastanza precisa di chi vincerà il referendum del 4 dicembre e se vincerà sarà stato soprattutto per i vulnus perché il sistema di voto per posta si presta soprattutto a quanti sono organizzati e radicati sui territori. Si vede ancora in giro qualcuno che non crede a questi andazzi reputandolo storie fantasiose. Ma sappiamo che fantasiose non sono queste storie. La protesta che dovrebbe levarsi in questo momento servirebbe a dare uno scossone formidabile all’immobilismo delle autorità italiane e a quanti vogliono che le cose restino come sono per continuare ad intervenire sull’esito delle votazioni. Spedire direttamente il plico, una volta votato, in Italia al Ministero degli Interni cambiando l’indirizzo sulla busta sarebbe una manifestazione eclatante di un disagio dei connazionali all’estero. Sarebbe una prova della loro insofferenza a sistemi che li hanno relegati agli ultimi posti dell’elettorato attivo mortificandone l’intelligenza. Qualunque sia l’esito referendario, bisognerà rimettere mano alla legge elettorale per votare poi le politiche. Quella sarà l’occasione per correggere contemporaneamente anche il voto all’estero. Non dichiaro quale, secondo me, sarà l’esito vittorioso del referendum all’estero perché non intendo fare in nessun modo campagna elettorale. Cerco di fare informazione senza avere interessi personali essendo residente in Italia. Qui conta molto il fattore dignità. Offendere l’intelligenza di quanti sono costretti a subire imposizioni precostituite e manipolabili è insopportabile. E’ necessario fare qualcosa ed è necessario farla subito.
Italiani all’estero evitate che rubino il vostro voto anche questa volta…
Votate il referendum come vi consiglia la coscienza ma spedite il plico direttamente in Italia al Ministero Interni Piazzale del Viminale, 1 -00184–) Roma Italy cambiando l'indirizzo sulla busta ed affrancando normalmente. Nella busta gialla insieme al tagliando con il numero seriale aggiungere anche una fotocopia di un documento di riconoscimento solo in questo modo potrete essere sicuri di evitare i brogli elettorali che caratterizzano sistematicamente il voto all'estero. E' una forma di protesta che potrebbe finalmente avere risvolti positivi sul voto all'estero. Ricordate che in Italia si vota una settimana prima che in Italia e si scrutina una settimana dopo. Il tempo affinché i plichi arrivino c’è ed è sufficiente. Appena vi arrivano i plichi votate e spedite, questa volta non vi fregheranno e, se la protesta sarà generale, non vi fregheranno più.
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