Italiani all’estero si vota il referendum e tutto tace. Avete notato che nessuno parla di pericolo brogli elettorali?

Basta osservare l’atteggiamento della stampa di giornali e televisioni che si occupano degli italiani all’estero per capire che è meglio e si deve tacere prima del voto. Non si parla di modalità di voto. Si sono dimenticati all’improvviso degli scandali alle precedenti elezioni, dei video che raccontavano votazioni di schede in massa, dei servizi di Striscia la Notizia, delle denunce. Tutti si guardano bene dal parlare di schede votate in massa da una stessa mano riprese da foto e video. Centinaia di video. Neanche a pensare di denunciare, in questo momento, che la volontà degli elettori all’estero sia stata sempre violata e che anche in questa occasione lo sarà. Dopo. Dopo le votazioni del referendum, allora si riparlerà di brogli. Quelli che avranno perso dimostreranno in tutte le salse i latrocini. A Roma poi tutti si riprometteranno di cambiare le cose in futuro ed intanto io che ho votato “zuppa” mi ritrovo a vedere modificato violentemente il mio voto “i pan bagnato”. Bello no? La partecipazione dell’elettore, dunque che è sinonimo di grande democrazia, sta solo nel fatto di possedere il diritto di voto e di percepire il plico che gli spetta. Quello che c’è scritto dentro il plico diventa irrilevante: il voto. Su una cosa dobbiamo essere tutti d’accordo e cioè che nessuno, in questo frangente, ne parla. Perché? Perché si stanno organizzando in quel senso. Abbiamo fatto forse qualche fenomenale scoperta? Molti nostri connazionali venderanno il proprio plico per qualche spicciolo così potranno offrire la pizza alla moglie oppure alla fidanzata. Molti altri, al soldo dei partiti contatteranno i postini locali, gli amici delle poste e i guardiani degli uffici consolari e tutti quelli, amici degli amici, che andranno in giro a racimolare i plichi da votare poi in massa per l’uno oppure per l’altro. Che importanza può avere l’uno o l’altro? E’ un fatto commerciale. Io ti do il plico e ne fai quello che vuoi e a me dai 100 dollari. Ok? “Che me ne frega di quello che fa in Italia quella masnada di mariuoli e poi non ci capisco niente.” Pensate che chi ha congegnato il regolamento di esecuzione delle votazioni all’estero non ha pensato neanche di pretendere uno straccio di documento in copia all’interno della busta gialla. Se avessero previsto almeno questo, la vendita sarebbe stata meno agevole e quella di schede a sacchi impossibile. Che l’abbiano previsto a monte l’andazzo truffaldino? Sta di fatto che le cose funzionano benissimo in questo senso e lo abbiamo visto oramai da tempo immemore. E l’informazione? Dove sta l’informazione di questi pseudo giornalisti al soldo tranne ovviamente gli organi di partito che assicurano come fresca la propria acqua?? Zitti. Stanno zitti zitti come se la cosa non riguardasse un pezzo di informazione di capitale importanza ed una marea di italiani sparsi per il mondo. Ma questi personaggi trovano giustificazione d’essere solo nel racimolare denaro, pubblico e privato. Nessuna deontologia professionale ma soprattutto nessun afflato di coscienza. Questa stampa è una macchina implacabile che congegna informazione da quattro soldi e manipola la mente e l’orientamento politico della gente. Sta di fatto però che nessun mezzo di comunicazione, tranne quella della quale ci facciamo interpreti, parla oggi dei brogli che sicuramente ci saranno al referendum. Ma un’altra considerazione è opportuno fare in questo frangente affinché l’analisi sia completa e cioè non possiamo accettare che quelle stesse persone che si vendono le schede possano poi lamentarsi contemporaneamente che in Italia c’è corruzione e che tutti gli italiani siano ladri. E neanche possiamo accettare che chi conosce persone del genere dica le stesse cose senza denunciarle. No, questo non è accettabile perché è una bugia e chi è bugiardo è ladro. Ergo. Lezioni di morale dai ladri, vuoi residenti in Italia o vuoi residenti all’estero, non ne accettiamo e neanche dalla stampa miserabile e prezzolata che invece dice di essere indipendente. Ognuno è quello che è, fatti suoi, ma senza danneggiare chi invece è onesto e cristallino.

Italiani all’estero evitate che rubino il vostro voto anche questa volta…

Votate il referendum come vi consiglia la coscienza ma spedite il plico direttamente in Italia al Ministero Interni Piazzale del Viminale, 1 -00184) Roma Italy cambiando l'indirizzo sulla busta ed affrancando normalmente. Nella busta gialla insieme al tagliando con il numero seriale aggiungere anche una fotocopia di un documento di riconoscimento solo in questo modo potrete essere sicuri di evitare i brogli elettorali che caratterizzano sistematicamente il voto all'estero. E' una forma di protesta che potrebbe finalmente avere risvolti positivi sul voto all'estero. Ricordate che in Italia si vota una settimana prima che in Italia e si scrutina una settimana dopo. Il tempo affinché i plichi arrivino c’è ed è sufficiente. Appena vi arrivano i plichi votate e spedite, questa volta non vi fregheranno e, se la protesta sarà generale, non vi fregheranno più.

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