Cremazione. Vescovi carissimi, perché non v’impicciate dei defunti vostri?

Don Mauro Leonardi scrive sul blog “Come Gesù”: «La Congregazione per la Dottrina della Fede ha messo a punto una “Istruzione” circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione che ha una novità: la cremazione non è contraria alla fede ma non è permessa la dispersione delle ceneri “nell’aria, in terra o in acqua o in altro modo” né la loro conversione “in ricordi commemorativi, in pezzi di gioielleria o in altri oggetti, come i diamanti pubblicizzati da aziende svizzere e prodotti con i resti del caro estinto.“ Perché un intervento così autorevole su una pratica così terrena e marginale come la questione del cadavere, visto che la religione parrebbe per definizione occuparsi di cose spirituali?». Io farei una domanda diversa: “Possibile che la Chiesa debba sempre impicciarsi dei fatti anche più personali dei fedeli spirituali o materiali che siano? E se la persona cara scomparsa esprime il desiderio che le sue ceneri siano disperse nelle acque del mare, che facciamo, ascoltiamo il caro defunto oppure i vescovi? Il sacerdote spiega pure il perché di un’intromissione così autorevole nella nostra relazione con una persona cara scomparsa: «Amiamo solo con il corpo, con la presenza. Ecco perché non disperdere le ceneri nell’aria o nel mare. Chi si ama si custodisce, si incontra, si attende». E allora? E se, anziché conservare le ceneri, si preferisse toccare un oggetto appartenuto alla persona cara? Per me, ad esempio, è importante prendere tra le mani, ogni tanto, l’orologio da taschino con la catenella, appartenuto a mio padre. Lo tengo qui accanto al computer. Era in vacanza a Pescasseroli, papà. Mi diede l’orologio: “Tienilo tu”. Provai a dirgli: “Ma no, perché te ne devi privare?”. E lui: “Tanto a me non serve, non le vedo più le lancette”. E la fotografia di mia madre nel portafogli non è più importante delle sue ceneri? E la foto del caro fratello che mi guarda dal portaritratti, mentre tiene una mano sotto il mento di una mia figlia, bambina, stringendola a sé, non è più importante delle sue ceneri? Ma suvvia, cari, vescovi, perché non v’impicciate dei defunti vostri?

Renato Pierri

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