SONO OLTRE 3,5 MILIONI GLI ITALIANI AFFETTI DA “SINDROME DI REMBRANDT”, ARRIVA IL LASER PER CANCELLARE LE IMBARAZZANTI MACCHIE ROSSE

Sempre più persone scoprono di avere dei fastidiosi difetti cutanei che potrebbero causare imbarazzo, stress, problemi di lavoro o con il partner. Sono infatti oltre 3,2 milioni gli italiani affetti da rosacea e 350mila gli over 65 colpiti da lesioni vascolari. Dagli esperti i consigli su come trattare questa patologia infiammatoria della pelle con il laser, e combattere la diffusa “Sindrome di Rembrandt”.

Non bastavano i peli superflui, la linea smarrita e le smagliature: milioni di italiani dopo l’estate hanno fatto i conti anche con le lesioni vascolari e la rosacea, condizioni che colpiscono la cute e sempre più spesso mettono in imbarazzo i milioni di italiani che ne soffrono, facendo insorgere una patologia definita dagli esperti Sindrome di Rembrandt”. La problematica, che prende il nome dal celebre pittore olandese noto per i suoi problemi legati alla rosacea, accomuna milioni di persone in tutto il mondo, tra i quali anche personaggi storici e star di livello internazionale: da Beethoven a Bill Clinton, dal Principe William a Cameron Diaz, fino a Dita Von Teese. Una recente indagine pubblicata su Dermatology & Therapy ha rivelato che chi soffre di rosacea ha il 15% di probabilità in meno di trovare lavoro, il 10% in meno di trovare l’anima gemella e addirittura il 13% in meno di fare nuove amicizie. Secondo i massimi esperti in medicina estetica e dermatologia il laser rappresenta la soluzione a questo tipo di problema, permettendo di risolverla in modo indolore e non invasivo.

É quanto emerge da un monitoraggio condotto dal Quanta System Observatory su un panel di 20 esperti di dermatologia e medicina estetica, oltre che su 50 testate internazionali di attualità e salute, per scoprire come affrontare gli imbarazzanti effetti della rosacea e delle lesioni vascolari, una vera e propria preoccupazione per diversi milioni di italiani.

“Considerate tutte le patologie vascolari del viso che portano alla cosiddetta ”Sindrome di Rembrandt”, gli italiani che soffrono di queste patologie sono oltre 3 milioni – spiega Paolo Sbano, medico chirurgo presso la U.O.C. di Dermatologia del Policlinico Universitario “Santa Maria alle Scotte” di Siena e presso l’U.O.S.D. dell’Ospedale “Bel Colle” di Viterbo – Tra le lesioni vascolari si distinguono gli angiomi congeniti, nodulari o piani, gli angiomi acquisiti rubino e spider, le teleangectasie e la eritrosi. Per tutti questi casi impiego il Laser 585 che è il primo laser in grado di emettere la stessa lunghezza d’onda di un laser Dye, sia in modalità continua che pulsata e questo consentendo di eseguire trattamenti senza esiti di porpora o utilizzo la piattaforma Light EVO di Quanta System: il primo è specifico per lesioni rosse superficiali come angiomi piani, teleangectasie ed eritrosi, mentre il secondo per le lesioni scure/blu più profonde che necessitano di una lunghezza d’onda maggiore. L’età dei pazienti generalmente è tra i 30 e i 50 anni, allo stesso modo uomini e donne scelgono questo tipo di trattamento, anche se abbiamo registrato un aumento delle richieste da parte degli uomini. Le lesioni possono essere originate da una predisposizione genetica del paziente e da fattori ambientali che possono facilitarne l’insorgenza”.

La tecnologia laser è quindi la soluzione ideale per combattere le fastidiose lesioni vascolari e gli eccessivi arrossamenti del viso frutto di un’eccessiva dilatazione dei vasi sanguigni della pelle che, portando un flusso sanguigno eccessivo, invecchia precocemente e rischia di incorrere in malattie come l’eritrosi, la couperose e la temuta rosacea. Una tecnologia oramai raccomandata anche dai più autorevoli esperti mondiali in dermatologia. In un’intervista rilasciata al portale online del Washington Post, la dermatologa Rachel Herschenfeld, membro dell’Harvard Medical School e dell’American Academy of Dermatology, raccomanda d’intervenire sul rossore persistente proprio con un trattamento laser, capace di andare a risolvere la problematica concretamente una volta per tutte.

La rosacea e le lesioni vascolari del viso “perseguitano” il genere umano da sempre, basti pensare al viso paonazzo immortalato nei ritratti del XVII secolo del pittore olandese Rembrandt, da cui la sindrome prende il nome. Nella storia ne hanno sofferto anche altri personaggi celebri, come il musicista Beethoven e il primo ministro britannico Churchill. In tempi più recenti sono noti i casi di Bill Clinton, del Principe William, che l’ha ereditata dai suoi genitori, il Principe Carlo e Lady D, delle celebri attrici Cameron Diaz e Renee Zellweger, fino alla modella Dita Von Teese e Cynthia Nixon, una delle protagoniste di “Sex and the City”; infine è famoso il caso dell’ex tecnico del Manchester United, sir Alex Ferguson.

Se è chiaro come risolvere questo problema, non è chiaro dove sia la sua origine dal punto di vista clinico. La rosacea e le lesioni vascolari infatti possono avere molte cause, molte delle quali ancora ignote ai dermatologi e agli accademici. In un’intervista rilasciata all’autorevole Time, il dottor Adam Friedman, professore di Dermatologia alla George Washington University School of Medicine and Health Sciences, ha affermato che: “La rosacea, una condizione comune che coinvolge dei vasi sanguigni ipersensibili e un sistema immunitario iperattivo, potrebbe essere causata anche dall’esercizio fisico, dall’abuso di alcol e perfino dal cibo piccante”.

Dello stesso parere il dottor Richard Odom, professore di dermatologia alla University of California di San Francisco, che, intervistato dal New York Times, consiglia a chi soffre di rosacea di fare a meno di bevande alcoliche e cibo eccessivamente piccante, ma non solo: secondo il luminare anche il patrimonio genetico contribuisce all’insorgenza della patologia, così come l’esposizione al sole e il fumo, oltre all’alcol, giocano un ruolo fondamentale. Infine secondo recenti studi un altro fattore potrebbe essere la reazione dell’organismo al batterio Bacillus Oleronius o al più mite Demodex, che vivono sulla pelle dell’uomo e amano in particolar modo il naso e le guance.

Quello che i pazienti ci vogliono comunicare viene espresso in parte verbalmente e in parte ce lo mostrano attraverso la pelle – afferma la psicologa Roberta Ganzetti, V.P. dell’associazione Elice Onlus Milano – La loro situazione emotiva è in grado di attivare e influenzare il gioco delle interazioni responsabili dello sviluppo di una condizione clinica del derma nota come “rosacea”, ove fattori esterni, interni e psico-relazionali s’intersecano fino a non poter essere più nettamente distinti. Dalla letteratura emerge un dato significativo: tutte le persone affette da rosacea arrossivano da piccole. Se quindi appare coerente pensare che una lesione vascolare possa causare un concreto disagio psicologico, è altresì interessante ipotizzare una correlazione tra ansia sociale e rosacea, come risultato di una sollecitazione emotiva continua diretta sull'organo. Altre ricerche riportano che le persone affette da rosacea sono più consapevoli e imbarazzate del fatto di arrossire rispetto agli individui sani. Da questi elementi possiamo dedurre che coloro che soffrono di rosacea possono strutturare problematiche legate all'ansia, proprio in virtù di una predisposizione e di una “sensibilità sociale” già presenti sin dall'infanzia. La rosacea va a modificare l'aspetto del viso, alterando la percezione di sé. Imbarazzo, frustrazione e disagio s’accompagnano spesso a questo tipo di alterazioni dermatologiche. La rosacea sembra proprio avere implicazioni sul benessere e la “salute sociale ed emotiva” dei pazienti, influenzando i livelli di autostima fino alla riduzione delle interazioni sociali”.

Secondo una recente indagine pubblicata sull’autorevole rivista internazionale Dermatology & Therapy infatti la rosacea è causa di ansia e stress, con conseguenze sulla vita e sull’emotività di chi ne soffre: l’88% di chi è affetto da questa patologia infatti patisce ripercussioni a livello emotivo, il 78% non si sente a proprio agio sul luogo di lavoro e il 77% ha difficoltà a relazionarsi con gli altri, fino al 22% che soffre di una vera e propria depressione. A sottolineare i risultati di questo studio ci ha pensato la dermatologa statunitense Alison Vidimos, capo del Cleveland Clinic’s Department of Dermatology e membro del Dermatology and Plastic Surgery Institute, che all’interno di un intervento rilasciato al britannico Dailymail.uk ha dichiarato: “La rosacea e le patologie cutanee possono avere effetti devastanti proprio sull’autostima. Colpisce gli adulti proprio nel periodo migliore della loro vita e li fa spesso sentire a disagio nel lavoro e nella socialità. Immaginate di avere un importante rossore sul viso anche quando non siete in imbarazzo, un bel problema per le persone affette da rosacea”.

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