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REFERENDUM COSTITUZIONALE: GLI ITALIANI HANNO CAPITO BEN POCO! DI CHI E’ LA COLPA?


Il 4 dicembre gli italiani saranno chiamati alle urne per esprimere il proprio parere sulla riforma costituzionale Renzi-Boschi. Questo testo, in caso di approvazione, porterebbe significativi cambiamenti nella nostra costituzione. La modifica di certi passi è difficile da comprendere per i più, anzi alcune sottigliezze sono intellegibili solo per esperti in diritto. Le principali correzioni, però, (abolizione del Senato come noi lo conosciamo, soppressione del CNEL e aumento dei poteri statali a discapito delle regioni) dovrebbero essere chiare, e non sembrano necessari particolari approfondimenti per capirle. In molti sono ancora indecisi su cosa votare e per questo cercano un motivo che faccia pendere l'ago della bilancia o verso il si o verso il no. Infatti tanti italiani sentono sulle loro spalle il peso di una decisione che potrebbe avere effetti molto duraturi e che potrebbe persino modificare, in meglio o in peggio, la vita dei loro figli.


Accanto a questa Italia che si interessa alla res publica ce n'è un'altra che, per vari motivi, non ha minimamente seguito il dibattito in questione. Facendo un giro su internet, ed in particolar modo su Youtube si trovano diversi video in cui molte persone dimostrano di non sapere nulla ,o quasi, riguardo al referendum.


In uno dei più noti (ecco il link: ) alcune persone vengono fermate in un mercato ad Andria; l'intervistatore fa alcune semplici domande ( “Per cosa si voterà il 4 dicembre?” “Voterà si o no?” “Perché ha deciso di votare così?”) e alcune delle risposte sono sconcertanti: dal signore che voterà si per mandare a casa Renzi a chi voterà il Movimento 5 Stelle passando per chi ammette con sincerità che non ha intenzione di prendere posizione sul referendum.


I più informati puntano troppo facilmente il dito contro queste persone, e tra i commenti più discussi sotto quel video figurano quelli di coloro che si scagliano contro gli intervistati. L'assenza, totale o quasi, di informazioni riguardo il referendum è indubbiamente un dato preoccupante, ma piuttosto che attaccare queste persone, sarebbe più corretto capire le ragioni del loro disinteresse.


Magari molti di loro nel passato avevano seguito il dibattito politico, ma poi se ne sono allontanati a causa dei continui scandali che l'hanno costellato, altri non hanno tutti gli strumenti necessari per farsi un'idea ed infine ci saranno persone che, per vari motivi, sono travolte dai loro problemi e si sentono ai margini della società.


Vedendo attentamente le interviste, sembrano soprattutto la prima e la terza opzione le più adatte a dare risposta al nostro interrogativo, ed è proprio qui che le istituzioni dovrebbero far sentire il loro peso, magari cercando anche di garantire un dibattito referendario più chiaro che non cada nel banale o nei soliti slogan che di concreto non hanno nulla.

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