Esito referendario

L’On. Puglisi, una delle principali responsabili della legge 107/2015 non nasconde la sua soddisfazione per l’esito negativo della raccolta firme contro la riforma come fosse un apprezzamento del proprio operato.

Infatti 515.000 firme più o meno per ciascuno dei quattro quesiti referendari non sono bastate alla Cassazione per la liberatoria al voto.

Dopo Mesi di conferme dell’inefficacia e inefficienza di una riforma della Scuola imposta violentando le istituzioni, la deputata è contenta: peccato per i tetti delle scuole che crollano, per i portoni degli istituti rimasti chiusi per assenza di docenti, per gli studenti disabili privati del diritto allo studio, per una chiamata diretta inopportuna e ad alto rischio corruttivo, per i docenti trattati come pacchi senza alcuna trasparenza!

Non è stato affatto semplice da aprile a luglio per le centinaia di alacri volontari di tutta Italia procurarsi i permessi per i banchetti, ottenere la disponibilità dei consiglieri comunali o regionali per le autentiche e poi adempiere alle richieste certificazioni degli uffici elettorali sia locali che di altri comuni!

Se si pensa a quello che ha comportato per i vari uffici trovarsi a certificare una mole immensa di documenti inerenti a ben 13 quesiti referendari (simultaneamente Jobs act, Italicum, Scuola e Beni Comuni) si possono comprendere le ragioni dei ritardi nelle consegne che hanno comportato l’invalidamento di alcune firme (i moduli vidimati duravano solo 3 mesi!) e la triste sentenza.

Ricordiamo che a Roma i docenti hanno dovuto pagare di tasca loro i segretari comunali fuori dall’orario di lavoro per le autentiche, visto che il comune era commissariato, che alcuni comuni hanno preteso il pagamento dell’imposta sull’occupazione del suolo pubblico, che alcuni sindaci del PD non hanno autorizzato gli autenticatori.

I sacrifici fatti dai cittadini e dai docenti sono stati enormi e sotto gli occhi di tutti! Ci viene fatto di chiederci come sia riuscito invece il PD, che ha fatto sì e no un banchetto di mezza giornata al mese in alcune città d’Italia, a ottenere (solo per sponsorizzare il referendum costituzionale) più delle firme valide che sono state raccolte dai volontari della scuola.

Nessuna testata nazionale ha mai parlato del referendum contro la “buona scuola”, contro l’Italicum e per i beni comuni, se non ieri per sottolinearne il cattivo esito, a testimonianza una volta di più che gli spazi per la democrazia nell’era Renzi sono meno di nulla!

Ben diverso è l’apparato colossale messo in piedi con soldi pubblici (3.700.000 euro di prima tranche) dal governo che pubblicizza la modifica della Costituzione, invitando il popolo a delegargli la propria sovranità con svariati messaggi ingannevoli.

Uno spiegamento di forze e di mezzi pubblici mai visto, in barba ai proclami sulla riduzione dei costi della politica, spinge, invoglia il cittadino a rinunciare alla partecipazione, a delegare in bianco al partito di governo la propria vita e morte civile!

Più sono grandi i cartelli pubblicitari, più è grave l’inganno che si cela, più pericoloso è il messaggio.

La scuola, che è la proiezione del mondo di domani, che assiste impotente ormai da 30 mesi a questa parte a quello che non è certamente un saggio di democrazia trema all’idea che questa anomalia istituzionale possa essere legittimata per sempre dalla riforma costituzionale varata da Renzi.

Perché un governo vuole limitare il confronto parlamentare, riducendo il parlamento un organo di mera ratifica del proprio operato?

Che vantaggio ha il cittadino se un solo partito riesce a controllare la maggioranza della Camera, il Presidente della Repubblica e 2/3 della Corte Costituzionale?

Perché un governo deve fare molte leggi in fretta? I Romani dicevano : Corruptissima respublica, plurimae leges, non sarà proprio questo il motivo?

Cos’ha di positivo per i cittadini questa concentrazione di poteri nelle mani del Premier?

Cos’ ha di positivo il fatto che la sola Camera monopartitica possa decidere l’indebitamento e l’entrata in guerra del popolo italiano?

Cos’ha di positivo per il cittadino non poter più eleggere direttamente il senato?

Che garanzie provengono da una “stabilità “ al governo di una forza politica che può anche distruggere il destino del paese e acquisire al contempo i poteri per innescare una continuità in Parlamento a tempo indeterminato ?

Per tutti questi motivi il prossimo appuntamento con il governo Renzi è per il 4 dicembre 2016: la scuola della Repubblica alla proposta della modifica della Costituzione vota NO!

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