I tagliagole dell’ISIS come gli inquisitori cristiani: odiano i gatti

All’assurdo non c’è mai fine. Contro i gatti l’oscurantismo musulmano eguaglia quello cristiano.

La follia della demonizzazione maschiocentrica e bigotta delle religioni di origine semitica si estende contro gli animali ed a pagarne le terribili conseguenze, nelle zone occupate dai tagliagole sunniti, sono ora gli innocenti gatti.

Da notizie di cronaca di questi giorni si apprende che l’Isis vieta la presenza dei gatti nelle case dello Stato Islamico e ha dato il via allo stermino di tutti i mici presenti a Mosul. L’organizzazione terrorista non paga di sgozzare i bambini e di schiavizzare le donne ha emesso una fatwa – un decreto di legge islamica – contro la presenza dei gatti all’interno delle case di MosuI, la più grande città occupata dall’Isis.

Secondo l’emittente araba Al Sumaria, gli uomini delle bandiere nere hanno ricevuto l’ordine di perquisire la città casa per casa andando alla caccia dei gatti da uccidere. Questi animali sarebbero infatti contrari “alla visione alle credenze e alle ideologie” jihadiste.

E’ successa la stessa cosa durante il medioevo in Europa su ordine papale e la conseguenza fu l’arrivo della peste nera, trasmessa dai topi (la propagazione avviene attraverso le pulci), che non avendo più nemici naturali si propagarono enormemente e diffusero la malattia che decimò le popolazioni europee… La leggenda cristiana che i felini incarnassero il demonio nasce nel 1025 su ispirazione d S. Clemente che si dice avesse messo in fuga un gatto nero perché… incarnava il diavolo. Gregorio IX, accusando per lettera le popolazioni nordiche di adorare Satana sotto forma di gatto (forse una rimembranza della dea egizia Bastet: https://it.wikipedia.org/wiki/Bastet), istituisce l’inquisizione contro questi sventurati animali.

Questa delirante crociata portò in breve tempo allo sterminio di quasi tutti i gatti d’Europa che ben presto fu invasa da roditori diffondendo il bacillo della peste generata da una pulce che vive nei peli del ratto nero. Le conseguenze furono di proporzioni apocalittiche: un terzo, se non la metà, della popolazione europea (intorno al 1300) morì nel giro di due anni.

In verità i gatti sono amici dell’uomo, essendo animali molto “psichici”, e possono essere di grande aiuto in varie situazioni personali di disagio, possono però prendere il sopravvento se in gruppo. Forse per questa ragione (magari inconsciamente) l’ISIS li ha condannati a morte, come avvenne in Europa durante il medio evo in cui gli ecclesiastici e gli inquisitori credevano che questi animaletti incarnassero il demonio perché riuscivano ad influenzare psichicamente le menti sottosviluppate degli umani.

Paolo D’Arpini

Circolo Vegetariano VV.TT.

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