AVVOCATI E REFERENDUM COSTITUZIONALE

I sottoscritti avvocati del Foro di Trieste, in relazione al prossimo referendum avente oggetto la riforma della Carta costituzionale approvata dal Parlamento, ritengono loro dovere civico di rendere edotti i cittadini delle motivazioni, che di seguito si enumerano, per le quali intendono votare “NO” al referendum in questione.

Un tanto, accantonando con il massimo rigore le personali simpatie politiche, che tra i sottoscrittori sono le più varie, ma rimanendo strettamente ancorati ad una mera valutazione tecnico-giuridica, formulata sulla scorta della rispettiva formazione culturale e sulla comune consapevolezza della funzione pubblica e sociale della professione forense.

  1. 1) La c.d. “Riforma Boschi” eÌ€ una legge dal contenuto disomogeneo che sottende a tre complesse questioni di rilevanza costituzionale e che comprendono la modifica di ben 40 articoli della Carta che trattano di temi del tutto dissimili. A fronte di tale complessa articolazione l'elettore saraÌ€ chiamato ad esprimersi con un semplicistico SI o un NO, con palese violazione sia della sovranitaÌ€ popolare (art. 1, comma II, Cost.) e sia della libertaÌ€ di voto (art. 48 Cost.).

  2. 2) La c.d. “Riforma Boschi” eÌ€ frutto di un'iniziativa governativa e non di iniziativa parlamentare come invece avrebbe dovuto essere secondo il nostro sistema costituzionale e secondo gli insegnamenti dei nostri padri costituenti, giacché la Costituzione rappresenta la legge fondamentale dello Stato e non un atto di parte, ovvero solo di quelle parti che appoggiano un governo.

    Tale “tecnica” legislativa ha di fatto abbassato l'approvazione della riforma della Costituzione al livello dell'iter di una legge ordinaria, dove oggi prevalgono interessi di parte e (purtroppo) strafalcioni letterali e giuridici che rendono i testi normativi di difficile e controversa lettura anche per i tecnici del diritto.

3) La c.d. “Riforma Boschi” (approvata dalla Camera con 361 voti su 630!) eÌ€ stata decisa da un Parlamento sul quale pesano fondati dubbi di legittimazione, a seguito della nota sentenza della Corte Costituzionale, n. 1 dd. 13 gennaio 2014 con la quale eÌ€ stata cassata la legge elettorale previgente (c.d. Porcellum) e cioeÌ€ con parlamentari “nominati”, insicuri di essere rieletti e percioÌ€ esposti ad abituali cambi di casacca (in questo stralcio di legislatura i passaggi da un gruppo parlamentare all'altro sono stati 325 tra Camera e Senato per un totale di 246 parlamentari).

4) La c.d. “Riforma Boschi” viola il diritto di elettorato attivo come forma di esercizio della sovranitaÌ€ popolare (art. 1, comma 2, Costituzione), giacché la Costituzione garantisce l'elettivitaÌ€ diretta delle assemblee legislative, e non prevede affatto l'interposizione di elezioni di secondo grado e/o indirette come disposte dalla riforma tramite i c.d. “grandi elettori regionali”.

Per tacere del fatto che la nomina a senatore dei sindaci (sulla quale la riforma nulla dice) collide con il principio di ragionevolezza, posto che non eÌ€ dato di capire come sia possibile adempiere con “disciplina ed onore” (Cost. art. 54) alle due assorbenti funzioni in contemporanea.

5) La c.d. “riforma Boschi”, in nome di una pretesa semplificazione dell'iter legislativo, aumenta i procedimenti legislativi di approvazione delle leggi dagli attuali tre (procedimento normale, conversione decreti legge, procedimento di riforma costituzionale) in otto (cfr. artt. 70, 71, 72, 73, e 77 Cost.) con conseguente fondato rischi di complicare in pejus la tempistica dei provvedimenti.

Oltre a dette stringate ma assorbenti ragioni, si ravvisano nella riforma altre contraddizioni che, per motivi di economia espositiva, vengono qui evidenziate in modo sintetico:

  1. 6) La violazione del principio di eguaglianza e ragionevolezza a fronte della macroscopica differenza tra il numero dei deputati (630) con quello dei senatori-sindaci e/o consiglieri regionali (95).

  2. 7) L'inspiegabile allargamento ai senatori-sindaci e/o consiglieri regionali del privilegio dell'immunità.

  3. 8) Il travaso inorganico di competenze legislative dalle Regioni ordinarie allo Stato per una cinquantina di materie affastellate in 21 lettere dalla a) alla z), con rischio di un perenne conflitto di attribuzioni.

  4. 9) L'inspiegabile ed illogico riparto dei numeri dei senatori in riferimento alle singole regioni (p. es.: 14 senatori alla Lombardia e 2 al Friuli Venezia Giulia nella quale le minoranze linguistiche rischiano di rimanere fuori gioco (art. 6 Cost.).

  5. 10) L'aumento da 50.000 a 150.000 firme per l'iniziativa legislativa popolare.

  6. 11) La contraddittoria compresenza di due forme di referendum abrogativo in base al numero dei proponenti e dei votanti, con la trasparente mira di seppellire definitivamente tale guarentigia costituzionale.

Infine, ultimo ma non ultimo, il potenziale esplosivo che rischia di sviluppare la “Riforma Boschi” se valutata in uno con la nuova legge elettorale (il c.d Italicum).

Il connubio legislativo (Riforma Boschi – Italicum) rischia di far si che nella scontata ipotesi di ballottaggio, il potere si concentri tutto nelle mani della sola forza politica che raccolga meno del 40% dei votanti e cioeÌ€, atteso il dilagante fenomeno dell'astensione, che rappresenti solo il 25% del corpo elettorale.

Questioni e rischi questi per i quali si sono giaÌ€ spese le critiche di costituzionalisti di indiscusso spessore, al di fuori e al di sopra di ogni speculazione partitica, e ai quali gli scriventi fanno qui riferimento, contestando il merito della “Riforma Boschi” che, col preteso stimolo e collegamento con le esigenze di modernitaÌ€ e asserita governabilitaÌ€ del Paese, rischia invece di provocare guasti insanabili al nostro ordinamento democratico che costituisce patrimonio di noi tutti e che tutti siamo chiamati a difendere.

  1. Elisa ADAMIC, Stefano ALUNNI BARBAROSSA, Renzo BALDO, Matteo BELLI, Bogdan BERDON, Janez BERDON, Franco BERTI, Gabriella BERTI, Carlo BERTI, Andrea BITETTO, Jose BITEZNIK, Nicoletta BONINA, Maurizio BRAIDA, Fabio CAMPANELLA, Antonio CARAGLIU, Alessandro CARBONE, Massimo CARRETTI Martina CHIAPOLINO, Andrea COMMISSO, Sandro CONTENTO, Alessandro CUCCAGNA, Antonia D'AMICO, Raffaella DEL PUNTA, Andrea DI ROMA, Umberto ERCOLESSI, Guido FABBRETTI, Mario FAMULARO, Angela FILIPPI, Andrea FRASSINI , Gabriella FREZZA, Lara LAKIC , Raffaele LEO, Domenico LO BUONO, Giuliano LOIUDICE, Dario LUNDER, Alberto KOSTORIS, Marco MELONI, Peter MOCNIK, Micol MINETTO, Giuseppe MUSCOLO, Fabio NIDER, Fabia NOVAJOLLI, Francesco OLIVA, Sara PECCHIARI, Cesare PELLEGRINI, Lorenzo PISTACCHIO, Alberto POLACCO, Andrea POLACCO , Carmine PULLANO , Mirella PULVENTO, Giulio QUARANTOTTO, Mitja OZBIC, Sandra RACCHI, Antonio REGAZZO, Mario REINER, Gianluca ROSSI, Pierpaolo SAFRET, Mirta SAMENGO, Giuseppe SBISA', Cesare STRADAIOLI, Gianluca TEAT , Francesca TODONE, Cinzia TORRE, Daniela TRIOLO, Augusto TRUZZI, Giuliana VASCOTTO, Giovanni VENTURA, Fulvio VIDA, Sergio VIDA, Gianni ZGAGLIARDICH

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