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Il fornaio di Via Dino Penazzato, a Roma

Il fornaio di Via Dino Penazzato, a Roma

Il fornaio dove mi servo di solito, che fa del pane buonissimo, ha chiuso per le ferie estive, come quasi tutti i fornai a Roma in questo periodo. Così, sono entrato per la prima volta in un forno in Via Dino Penazzato, nel quartiere Collatino, attiguo a quello dove abito. Prendo mezza pagnotta di pane casereccio e scambio due chiacchiere col fornaio, sul fatto che tutti chiudono ad agosto e per chi resta in città, trovare del pane buono diventa un problema. Un euro e sessanta centesimi, mi dice il fornaio che è passato alla cassa, dopo avermi servito. Gli porgo una banconota da dieci euro ma lui non ha resto. Mi chiede se non ho spicci, ma io spicci non ne ho, e allora il bravo fornaio che non mi ha mai visto prima: “Non fa niente, me lo paga la prossima volta che passa di qua”. “Aspetti, c’è mia figlia in macchina, chiedo a lei se ha spicci”. “Ma non è un problema, me li porta la prossima volta”. Mia figlia aveva monete, le porto al bravo fornaio, e lui ancora: “Non era un problema”. Per molti negozianti, anche dieci centesimi, o anche un centesimo alle volte è un problema. Il pane era buonissimo, e questa mattina sono tornato a prenderlo. Anche perché nella stessa strada c’è D’Antoni che, quanto a cornetti alla crema, maritozzi con panna, brioche di tutti i tipi, non lo batte nessuno. Due piccioni con una fava.

Attilio Doni

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