Il regime iraniano giustizia un uomo nonostante l’appello di un’organizzazione per i diritti umani

CNRI – Il regime fondamentalista iraniano sabato ha giustiziato uno studente, Rashid Kouhi, nonostante l'appello di Amnesty International a fermare l'esecuzione.
Rashid Kouhi, 36 anni, è stato giustiziato alle prime ore di sabato nel carcere di Lakan a Rasht, nella provincia di Gilan, Iran settentrionale, hanno riferito alcune fonti.
Venerdì Amnesty International aveva detto che la prevista esecuzione di Kouhi dimostra l'enorme disprezzo delle autorità iraniane per il diritto alla vita e la loro determinazione a proseguire con questa sconcertante furia omicida che ha visto circa 1000 persone messe a morte lo scorso anno.
I familiari di Rashid Kouhi hanno ricevuto una telefonata dalle autorità della prigione giovedì con la quale sono stati informati che dovevano recarsi venerdì nel carcere di Lakan per incontrarlo un'ultima volta prima della sua esecuzione del giorno dopo.
Rashid Kouhi era stato arrestato ad un posto di blocco di Roudbar, nella provincia di Gilan, il 24 Agosto 2011.
“I poliziotti che lo avevano fermato, avevano perquisito la sua borsa dove avevano trovato 800 grammi di cristalli di metanfetamine. Rashid era studente in quel periodo. Era stato processato e condannato a morte, dopo un procedimento enormemente viziato, dal tribunale rivoluzionario di Roudbar, a Febbraio 2012”, secondo Amnesty International.
Said Boumedouha, vice-Direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa, venerdì ha detto: “L'imminente esecuzione di Rashid Kouhi, pochi giorni dopo che l'Iran è stato riconosciuto il secondo maggior boia del mondo del 2015, nel rapporto annuale di Amnesty International sulla pena di morte, evidenzia la determinazione delle autorità di mantenere il loro terrificante tasso di esecuzioni”.’
“Le autorità iraniane devono fermare l'esecuzione di Rashid Kouhi immediatamente. L'utilizzo della pena di morte per reati legati alla droga è una palese violazione delle leggi internazionali sui diritti umani. Invece di aumentare la loro crescente frenesia di esecuzioni, le autorità iraniane devono fare i passi necessari per abolire questa pena assolutamente crudele e disumana”.
Questa organizzazione per i diritti umani ha detto: “Il verdetto della corte, che è stato esaminato da Amnesty International, è lungo meno di una pagina e non contiene motivazioni adeguate. Rashid Kouhi non ha avuto accesso ad un avvocato durante il dibattimento ed ha incontrato il suo avvocato d'ufficio per la prima volta durante il processo. E' stato rinchiuso a Roudbar per due anni prima di essere trasferito nel carcere di Lakan a Rasht”.
A Rashid Kouhi è stato negato il diritto di presentare appello contro la sua condanna a morte.
“E' vergognoso che a Rashid Kouhi sia stato negato il diritto all'appello, che è un elemento fondamentale del diritto ad un giusto processo. Le autorità iraniane devono fermare subito la sua esecuzione e dargli la possibilità di presentare appello contro la sua condanna a morte, con un giusto processo e senza il ricorso alla pena di morte. Non farlo sarebbe un'irrimediabile ingiustizia”, ha detto Said Boumedouha.
Questa organizzazione per i diritti umani sul suo sito web ha scritto: “Almeno 977 persone sono state giustiziate in Iran nel 2015″.

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