Yemen: Save the Children, un’intera generazione di bambini è stata abbandonata al proprio destino

Mancano cibo, medicine e carburante. Ogni giorno in media vengono uccisi o feriti sei ragazzi; i bambini non vanno più a scuola e sono sempre più spesso reclutati da gruppi armati. Il cessate il fuoco annunciato stanotte è un segnale positivo ma la priorità deve essere una pace duratura.

“A un anno dall’intensificarsi del conflitto in Yemen, quasi il 90% dei bambini necessita di aiuti umanitari d’emergenza. Dieci milioni di bambini sono in una situazione disperata, che viene ampiamente ignorata. Un’intera generazione di bambini è stata abbandonata al proprio destino”. Queste le parole con cui Edward Santiago, Direttore Generale di Save the Children in Yemen denuncia la drammatica condizione dei bambini nel Paese. “Scegliendo di sostenere l’azione militare e ignorando le conseguenze devastanti per i civili, i governi internazionali stanno esacerbando la crisi e mettendo a repentaglio la vita dei bambini”.

“Per milioni di loro, il terrore di attacchi aerei e dei bombardamenti e la distruzione di tutto ciò che li circonda sono ormai diventati parte della loro vita quotidiana e non possiamo permettere che questo continui”, spiega Edward Santiago.

Anche prima che l’attuale crisi si aggravasse, lo Yemen era già il Paese più povero e meno sviluppato del Medio Oriente, ma ora le vite di migliaia di bambini sono a rischio se i combattimenti andranno avanti e la consegna di aiuti umanitari vitali e di forniture commerciali continuerà ad essere ostacolata. L’ultimo rapporto “Yemen’s Children Suffering in Silence” presentato da Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, spiega come un anno di guerra abbia generato una crisi umanitaria tra le peggiori al mondo, a causa del quale il paese è privo di medicine, cibo e carburante.

“Il medico di un ospedale supportato da Save the Children a Sana’a ci ha raccontato che il mese scorso un neonato è morto durante un’interruzione di corrente che ha causato lo spegnimento delle incubatrici, perché mancava il carburante necessario a far funzionare i generatori ausiliari”, spiega Santiago. “Le altre strutture sanitarie con cui lavoriamo stanno esaurendo materiali semplici come le bende sterili, gli antibiotici e lo iodio e tutte hanno visto raddoppiare, e in alcuni casi anche triplicare, i casi di malattie potenzialmente mortali in questi contesti come la malaria, la malnutrizione acuta grave, i problemi respiratori e la diarrea negli ultimi sei mesi”.

Un’analisi recente del Team Salute e Nutrizione di Save the Children a Sa’ada ha anche individuato una mancanza critica di alimenti terapeutici per il trattamento dei bambini malnutriti. “In Yemen un bambino su tre sotto i cinque anni soffre di malnutrizione acuta. Sono quasi 10 milioni quelli che non hanno accesso all’acqua potabile e più di otto milioni quelli che non possono ricevere cure sanitarie di base”, spiega Santiago. “Circa 600 ospedali e strutture sanitarie hanno dovuto chiudere perché danneggiati o privi di mezzi”.

La crisi nello Yemen ha avuto un impatto psicologico devastante sui bambini: si stima che ogni giorno ne vengano uccisi o feriti in media sei e, nel corso del 2015, quando gli ordigni esplosivi venivano utilizzati in aree popolate, il 93% delle vittime erano civili. “Secondo una ricerca di Save the Children che ha coinvolto 150 bambini nel governatorato di Aden e Lahj, il 70% dei bambini soffre di sintomi associati a sofferenza e traumi, tra cui ansia, bassa autostima, sentimenti di tristezza e mancanza di concentrazione”, spiega Santiago. “I bambini, poi, sono sempre più spesso reclutati da gruppi armati, vengono rapiti, tenuti in detenzione e rischiano la vita a causa delle migliaia di mine che sono state disseminate di recente.”

Quasi la metà dei bambini in età scolare nello Yemen non accede all’istruzione, visto che gli attacchi alle scuole si susseguono al ritmo di due a settimana e più di 1.600 istituti sono stati chiusi o vengono utilizzati come rifugi di emergenza per le famiglie costrette ad abbandonare le loro case.

Nonostante i bisogni enormi, il piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per lo Yemen è stato finanziato solo al 56% nel 2015 e per quest’anno si attesta finora al 12%, senza che sia stato ricevuto ancora alcun finanziamento a favore dell’istruzione e della protezione dei bambini. “Le nazioni ricche stanno chiudendo gli occhi di fronte alle sofferenze dei bambini e in alcuni casi stanno facendo affari per miliardi di dollari vendendo armi che continuano ad essere utilizzate contro i civili”, dice Santiago. “Le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite vengono ignorate nel totale disprezzo per il diritto internazionale e la protezione dei civili, in particolare dei bambini. C’è bisogno di molto più aiuto per chi soffre e di maggiori pressioni diplomatiche per porre fine al conflitto nello Yemen”.

“Il cessate il fuoco annunciato stanotte potrebbe essere un passo positivo. I precedenti colloqui di pace non hanno portato ad un risultato sostanziale e il cessate il fuoco è fallito. Stavolta le cose devono andare diversamente: sono i bambini a pagare il prezzo per ogni ulteriore giorno di conflitto. Si potranno fare passi avanti solo se questa volta la priorità delle parti in conflitto sarà veramente la pace e la soluzione duratura del conflitto”, conclude il Direttore di Save the Children Yemen.

Il rapporto “Yemen’s Children Suffering in Silence” è disponibile qui.

Per sostenere gli interventi di Save the Children in emergenza: www.savethechildren.it/fondoemergenze

Per ulteriori informazioni, interviste, foto e storie dallo Yemen:
Ufficio stampa Save the Children Italia
06-48070023-81-63
ufficiostampa@savethechildren.org
www.savethechildren.it

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