Il Senato ha approvato la fiducia sul maxiemendamento sostitutivo del testo del ddl sulle Unioni civili. Sventata la pratica meretricia dell'utero in affitto, gli “inventori” di una categoria antropologica sconosciuta fino a pochi anni fa, vale a dire le famiglie gay, si sono comunque detti soddisfatti per l'evoluzione della giurisprudenza italiana. Strano a dirsi, al coro dei vincitori (sebbene contenti a metà) si sono aggiunti i cattolici dell'NCD. Chi per attaccamento alla “carega” e sete di potere funge da stampella ad un governo che di cattolico non ha nulla, dovrebbe essere a conoscenza che l’ormai famosa Nota del 2003 della Congregazione per la Dottrina della Fede che interveniva sul tema del riconoscimento legale delle unioni tra persone dello stesso sesso, diceva tutt'altro: “Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Gli atti omosessuali, infatti, precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun modo possono essere approvati”. In barba alla dottrina cattolica, le unioni civili sono invece state approvate! Una domanda sorge spontanea: la responsabilità del “tradimento”, è imputabile unicamente ai politicanti cattolici fai da te, o ai silenzi di chi dice di non immischiarsi nella politica italiana ma poi di fatto si interessa di primarie americane?
Gianni Toffali Verona