Il nuovo Presidente Mauricio Macri

Sogni e prove d’amore

di WALTER CICCIONE

Cresce l’attesa nella nostra comunità per la nomina del nuovo ambasciatore argentino in Italia, dopo anni di indifferenza e ostilità del governo precedente verso il Bel Paese e la nostra collettività. Si sa che in politica non esiste l’amore, ma le prove d’amore e una di esse continuiamo a sognare – sarebbe che il Presidente Mauricio Macri, ci desse quella prova d’amore, cioè di chiedere la opinione della dirigenza di collettivitá sul futuro ambasciatore in Italia.

Buenos Aires:

Negli ultimi anni l’Argentina si è astenuta dall’avere rapporti normali con la maggior parte dei paesi, e in modo particolare con l’Italia, la nostra terra d’origine con la quale seppe coltivare legami profondi, storici, di fratellanza, in campo culturale, politico ed economico.

Con l’insediamento del Presidente Mauricio Macri, non ci sono dubbi che in Argentina si apre una nuova tappa politica, nella quale è diventato prioritario ristabilire vincoli con tutti i paesi e, in particolare con l’Italia, in quella che sarebbe una decisione di enorme valore simbolico.

Si tratta di un obiettivo che suscita tante attese nella nostra comunità che, al di la di altre considerazioni, ci fa sperare e sognare col riaprire quel “ponte di doppia corsia, di andata e ritorno,” che ci unisce al Bel Paese.

Nelle nostre attese si tratta di possibilità rese più reali dal fatto di avere come presidente il figlio di un immigrante che è riuscito “a fare l’America”, raggiungendo obiettivi resi realizzabili solo in un paese generoso come l’Argentina.

Mauricio Macri, nella più recente versione, è diventato una personalità che per le sue caratteristiche merita di essere considerato “uno dei nostri”. Intanto dobbiamo cercare di lasciarci alle spalle quell’incubo e quel misto di angoscia e indignazione che abbiamo subito negli ultimi anni di gestione del governo “K”, pertinace nel mantenere congelate le relazioni con l’Italia, anzi, mostrando atteggiamenti di fastidio, di indifferenza e perfino di ostilità, gesti allargati anche verso la nostra comunità, con l’arroganza di sfrattare il monumento a Cristoforo Colombo, donato dalla collettività un secolo fa, dalla piazza antistante la Casa Rosada.

Un elenco di penosi episodi che ci vengono in mente, per ricordare che gli ambasciatori che si sono succeduti nella sede di Piazza dell’Esquilino, al di la delle loro capacità e simpatie per l’Italia, sono stati strumento dell’inoperanza e dell’anestesia dei rapporti bilaterali, decise dal governo di Buenos Aires.

Quindi con il presidente Macri, ci permettiamo di illuderci nel senso che le misure che possa prendere, servano per dare un giro copernicano alla politica bilaterale, implementata dal precedente governo, tenendo presente inoltre che, ricuperare i rapporti con l’Italia, è un elemento essenziale per semplificare il cuadro delle relazioni con l’Unione europea.

A conferma del cambio di 180 gradi nella politica estera dell’Argentina, vediamo il nuovo “canciller” Susana Malcorra, che con prestezza ha occupato varie tra le ambasciate importanti, con personalità politiche sia negli Stati Uniti come in Cina, Spagna, Brasile e il Vaticano.

Sui candidati all’ambasciata presso il governo di Roma, ci sono tanti aspiranti autoproclamatisi, e in questo campo quasi tutta l’informazione è fatta di voci

o di pettegolezzi. Tra quelli che si sono proposti, il più precoce è senz’altro un personaggio straneo alla politica e alla diplomazia. E’ Jorge Rial, giornalista di spettacoli e gossip il quale nel mese di aprile di quest’anno, quando la possibilità di Macri presidente sembrava quasi una utopia, disse in una intervista: “Voglio essere ambasciatore in Italia”

Un altro personaggio molto controverso, che si è candidato a quella sede è Guillermo Moreno, rientrato da Roma ai primi di dicembre, dove era stato spedito da Cristina per fare l’addetto commerciale dell’ambasciata argentina in Italia.

Più vicini nel tempo, quando i canti popolari facevano presagire la possibilità di un cambio di governo, col “Se siente, se siente, Macri Presidente”, è cresciuto l’elenco dei probabili aspiranti, alcuni espliciti e altri off de record. Tra essi Claudio Zin, oggi senatore della Repubblica Italiana eletto all’estero, che è stato ministro della Sanità di Daniel Scioli nella provincia Buenos Aires, e altri esponenti della comunità, militanti del PRO, il partito di Macri e anche la presidente delle “Abuelas de Plaza de Mayo”, Estela de Carlotto, fedele militante cristinista, ma di forti legami a Roma, che a suo tempo declinò l’offerta avanzata dal Pd per far parte della lista di candidati al Parlamento italiano, nella Circoscrizione Estero.

Da quel che si dice, la sede di Roma doveva essere occupata da uno di due inquilini potabili. Il primo, lo stesso Mauricio Macri e l’altro Daniel Scioli i quali, nonostante le asprezze e le tensioni del dibattito pre-ballottaggio, hanno mantenuto una amicizia trentennale. In conversación fatte quando entrambi lavoravano per diventare candidati, si sono fatti la mutua promessa – raccontano – che il vincitore avrebbe designato ambasciatore in Italia lo sconfitto, visto che Roma è la loro città favorita, amata da entrambi.

Macri avrebbe adempito alla promessa e una volta eletto ha offerto l’ambasciata in Italia al suo amico Scioli il quale però, avrebbe preferito di restare a Buenos Aires.

E mentre persiste l’impasse, c’è chi nella nostra collettività fa volare la fantasia e si permette di liberare un sogno riposto nel cassetto: arrivare dove sono arrivati i nostri connazionali residenti negli Stati Uniti.

E’ noto che negli States, quando il Presidente di turno sceglie il suo ambasciatore a Roma, chiede un amichevole parere sul candidato anche alla NIAF (National Italian American Foundation), grande e prestigiosa associazione italo-americana.

Il sogno, il desiderio nascosto, deve fare i conti anche con una incertezza: che organo sarebbe l’eventuale interlocutore valido del governo argentino? I Comites, il Cgie, Feditalia?

Si sa che in politica non esiste l’amore, ma le prove d’amore e una di esse continuiamo a sognare – sarebbe che il Presidente Mauricio Macri, perché uno

dei nostri, ci desse quella prova d’amore, cioè la stessa cortesia usata dal Presidente USA verso i nostri connazionali del nord, di chiedere la nostra opinione sul futuro ambasciatore in Italia. In fin dei conti – come ha detto qualcuno – la possibilità di realizzare un sogno, fa sì che la vita sia interessante.

Infine, visto che viviamo un momento speciale con un governo nuovo e con nuove attese, dobbiamo essere seri e non sperare che tutto venga dall’alto.

Come comunità italiana, parte importante della società argentina, abbiamo una sfida e una enorme responsabilità, che solo possiamo assumerla adeguatamente se la affrontiamo uniti.

ciccioneg@speedy.com.ar

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