Gentile direttore, se lei fosse l’amministratore di un condominio, sapendo che gli inquilini sono tutt’altro che benestanti, che molti stentano ad arrivare a fine mese, che tra essi vi sono anche persone anziane che vivono di una modesta pensione, e magari anche persone disoccupate, come si regolerebbe per il conguaglio delle spese condominiali? Farebbe pervenire il conguaglio ogni fine anno, così che la cifra non diventi esorbitante, oppure farebbe passare quattro o cinque anni così che il pagamento della somma diventi insostenibile per gli inquilini? E’ quello che ha fatto il Comune di Roma. Il giorno prima dell’Epifania ha fatto pervenire raccomandata agli inquilini delle case di edilizia popolare di Via Tamburrano e via Mammucari, ma immagino anche a tutti gli altri, con il seguente annuncio: “Formuliamo alla S.V. la richiesta del pagamento… conguaglio per oneri accessori relativa al periodo compreso tra l’anno 2010 e l’anno 2014, la cui determinazione finale è in corso di definizione”. Una bella notizia! Si tratta di cinque anni, vale a dire di ben 60 mesi, e se la differenza tra la cifra mensile già pagata e quella da pagare è di soli 10 euro (di norma è di più) si tratta di 600 euro. E dove li trovano gli inquilini delle case popolari? Il salasso è già avvenuto due anni fa, nel 2013 quando, per il conguaglio oneri accessori riferito ai soli anni 2008 e 2009 (Il Comune è sempre indietro di anni), agli inquilini furono richieste centinaia di euro (500 e più alla sottoscritta!). La mancanze del Comune sono evidenti ed è il Comune che deve rimediare alle sue mancanze.
Veronica Tussi
