SUMMIT PARIGI SUL CLIMA: LO SMOG UCCIDE SOLO IN ITALIA 87 MILA PERSONE OGNI ANNO MENTRE I SINDACI STANN O A GUARDARE IMPOTENTI

FREE GREEN SICILIA

Dopo il primo iniziale successo di Kioto (1990) e dopo il clamoroso fallimento di Copenaghen (2009) adesso tocca a Parigi mettere alcuni paletti sulle emissioni di anidride carbonica (vero killer per l’atmosfera e dunque per la stessa vita nel pianeta) e del conseguente innalzamento della temperatura globale che, secondo il summit, avrà vincoli giuridici e non libertà di adesione, non dovrebbe superare i 2 gradi fino al 2030 per arrivare entro il 2100, potenti e lobby permettendo, ad un impatto ambientale uguale o vicino allo zero, se i paesi partecipanti riusciranno senza condizionamenti da parte delle lobby dell’energia fossile a spostare negli anni i 500 miliardi dal sistema energetico fossile a quello eco-sostenibile.

Nel primo giorno d’inizio dei lavori del summit l’Agenzia Europea dell’Ambiente dà l’ennesima cattiva notizia: ogni anno in Europa muoiono a causa dello smog 430 mila persone per non parlare dei milioni di ammalati cronici. L’Italia è prima in tale nefasta classifica con ben 87 mila morti. Gli artefici del disastro: polveri sottili , biossido di azoto e ozono veleni scaricati giornalmente in gran parte dai mezzi a motore mentre i Sindaci stanno a guardare comodamente dalla finestra della loro sede istituzionale spesso senza muovere un dito a difesa della salute.

Negli ultimi decenni i mutamenti climatici dovuti all’inquinamento umano hanno aumentato a dismisura la desertificazione di miliardi di ettari di terreni coltivabili oltre alla cancellazione di miliardi di ettari di foreste fonti primarie di cibo e di ossigeno. La Banca Mondiale afferma che le conseguenze del cambiamento climatico condurranno alla povertà oltre 100 milioni di persone entro il 2030.

Mentre secondo un rapporto dell’ONU le catastrofi naturali sono triplicate negli ultimi 30 anni uccidendo oltre 600 mila persone in soli vent’anni e ben 4,1 miliardi, più della metà della popolazione mondiale, è rimasta ferita e/o ha perso la casa e costretta ad emigrare.

Eppure il problema legato alla desertificazione di intere aree continentali (in primis l’Africa) e alla produzione agricola nel summit di Parigi in corso sarebbe relegato ai margini in quello che è il documento che dovrebbe essere sottoscritto dai 180 paesi partecipanti e tra questi USA, Cina e India che sono ì maggiori inquinatori di anidride carbonica a livello globale.

Il summit si concentrerà prevalentemente sugli altri complici dell’effetto serra tra i quali settori di produzione dell’energia con combustibili fossili, industria pesante, trasporti e così via.

Si vuole dimenticare il diretto coinvolgimento della produzione agricola e degli allevamenti industrializzati come concausa dell’effetto serra. Due aspetti dell’attività umana che su scala mondiale assorbono il 70% di acqua dolce e, visto l’uso di grande quantità di fertilizzanti a base d’ azoto, per non parlare di diserbanti e insetticidi, da soli rappresentano il 38% delle emissioni di anidride carbonica causa principale dell’effetto serra.

Gli allevamenti producendo grandi quantità di deiezioni creano enormi problemi di smaltimento e di emanazione di CO2. Mentre grandi quantità di terreni agricoli spesso causa di deforestazioni (ogni anno vengono distrutta un’area ampia quanto l’intero Portogallo) producono esclusivamente foraggio per animali d’allevamento sottraendo tali terreni alla coltivazioni di cibo a fini dell’alimentazione umana. Da decenni concausa di milioni di morti per mancanza di cibo nei pesi sottosviluppati.

Dunque se se si vuole affrontare il gravissimo e improcrastinabile problema globale del gas serra si deve andare oltre i pregiudizi e i preconcetti e, ovviamente, gli interessi di parte che col passare del tempo , come vediamo già oggi in Cina con lo smog che soffoca le più grandi città e avvelena milioni di persone, si rischia in ogni parte del mondo che la gente venga trasformata suo malgrado in ‘poveri migranti climatici’ sconvolgendo intere nazioni.

Il nostro modo di vivere, produrre e consumare dobbiamo ritenerlo surclassato dalla realtà e dunque da modificare gradatamente in quanto ogni nostra azione ogni nostra scelta condiziona direttamente o indirettamente il clima come già avviene da anni con siccità e inondazioni catastrofiche che rischiano di segnare negativamente il nostro futuro e quello dei nostri figli e dei figli di questi e così via. Le nostre consapevoli e libere scelte di ogni giorno possono e devono condizionare positivamente ed eco-compatibilmente le azioni di chi ci governa mettendo in primo piano la nostra e la futura sopravvivenza, da qui a un tempo indeterminato (l’era dei dinosauri sarebbe durata ben 100 milioni di anni quella dell’homo sapiens, ovvero noi umani, ancora solo poche migliaia di anni).

Alfio Lisi

Portavoce

Free Green Sicilia

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