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Giornata mondiale per la lotta all’AIDS: la chiarezza che manca sul “vaccino italiano”

Due brevetti -di cui uno è certamente frutto del lavoro di ricerca dell'Istituto superiore di Sanità- risulterebbero trasferiti alla società Vaxxit srl, fondata dalla dottoressa Barbara Ensoli, che guida il Centro nazionale AIDS dello stesso Istituto.

ISS e Ensoli non rispondono alle domande di Altreconomia, che con un'inchiesta nel maggio 2014 aveva fatto scoppiare il “caso”, portando l'Istituto -nel novembre dello stesso anno- a revocare la cessione dei brevetti

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Milano, 30 novembre 2015 – Nel novembre 2014 l’Istituto superiore di Sanità (ISS) annullava la cessione a favore della società Vaxxit Srl dei brevetti del presunto “vaccino italiano” contro l'AIDS, sviluppato all’interno dei labora tori pubblici, con un investimento di almeno 28,3 milioni di euro.

Un anno dopo, però, emerge che Vaxxit Srl -che è stata fondata dalla ricercatrice Barbara Ensoli, che guida anche il Centro nazionale AIDS dell'ISS ed è a capo del gruppo di ricerca che dal 1998 ha promesso al mondo la “cura” alla pandemia del millennio- ha mantenuto ancora alcuni brevetti (diritti di privativa industriale) nonostante lo stop dell’Istituto.

Vaxxit Srl -che ha tra i propri soci anche soggetti domiciliati in Paesi a fiscalità agevolata- continua a dichiarare nei propri documenti societari “relazioni e collaborazioni professionali” proprio con l’ISS guidato da Gualtiero Ricciardi -che in qualità di commissario straordinario aveva disposto l’interruzione di ogni rapporto con la Srl-.

Intanto, come emerge da un recente speciale di Tg3 Fuori Tg, si torna a parlare di un nuovo finanziamento al progetto di ricerca, per ulteriori 15 milioni di euro.

Il commento dell’immunologo Fernando Aiuti è lapidario: “Un eventuale finanziamento pubblico italiano di questo ‘vaccino’ avrebbe costi enormi con scarse ricadute sui benefici clinici per i malati”.

Tanto l’Istituto superiore di Sanità quanto Barbara Ensoli hanno rifiutato di rispondere alle domande di Altreconomia, che nel maggio del 2014 aveva sollevato con un’inchiesta il duplice problema relativo al “vaccino”: oltre al conflitto d’interesse legato alla figura della dottoressa Ensoli, infatti, la ricerca sulla parte “preventiva” (cioè l'autentico vaccino) s’è fermata, senza produrre i risultati annunciati già dal 1998. L'inchiesta di Altreconomia aveva portato l'ISS a disporre la revoca della cessione dei brevetti, disposizione che a quanto pare no n ha prodotto risultati.

Alla vigilia della Giornata mondiale per la lotta all’AIDS, l’ultimo Notiziario curato dal Centro Operativo AIDS (COA) fotografa un Paese che in tema di AIDS non scommette più sulla prevenzione: nel 2014, in Italia, 3.695 persone hanno scoperto di essere HIV positive, con un’incidenza pari a 6,1 nuovi episodi ogni 100mila abitanti. Nel 79,6% dei casi il virus ha colpito gli uomini e la fascia d’età più coinvolta è stata quella compresa tra i 25 e i 29 anni. Per Vittorio Agnoletto -medico e coautore di “AIDS, lo scandalo del vaccino italiano” (Feltrinelli 2012)- “è la prova che il Paese ha smesso di fare corretta prevenzione”.

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