Nino Bellinvia
Domenica, 15 novembre, a Edimburgo, Scozia – Regno Unito, presso The Dundas Street Gallery (ore 17,00) inaugurazion-presentazione del libro d’arte “I migliori artisti moderni contemporanei” nel quale si trovano anche le opere di Nicola Andreace, dopo aver esposto al Louvre, “Micronarrazione” (2005, T.M. su tela cm.50×70) e “Palcoscenico del vissuto” (1998, T.M. su tela, cm. 70×100). Le opere, selezionate da Salvatore e Francesco Saverio Russo, prestigiosi critici d’arte, per il loro valore stilistico, per il percorso di ricerca dell’artista e per l’analisi del suo itinerario espositivo, sono state pubblicate nell’importante libro d’arte contemporanea “The Best Modern and Contemporany Artists”, prestigioso catalogo, dove il massafrese Andreace affianca i migliori artisti contemporanei e i grandi Maestri del XX secolo (Pollock, Picasso, De Chirico, Andy Warol, J.Mirò, Klee, Cézanne, Chagall, ecc. ). Nicola Andreace, così come lui voleva, continua a vivere nelle sue creazioni, dove il suo territorio, con le sue architetture, gli spazi di convivenza, gli oggetti della vita quotidiana, i reperti della nostra antica civiltà mostrano l’essenza del suo intimo, s’identificano con il suo io, con quella parte di sé che esiste e produce dentro se stessa i suoi mondi creativi, che si materializzano con una dimensione stilistica personalizzata e soggettiva, con un cromatismo ora forte ed acceso, ora pacato e lirico, illuminato da una luce avvolgente. Andreace, fedele alla tradizione dell’Arte italiana e al tempo stesso aperto alla modernità europea, condensando nelle sue vedute e negli scorci di ambientazione massafrese un senso di poetica sospensione del tempo quotidiano, cristallizza i suoi ricordi ed insieme fa convergere l’attenzione sulla storia del nostro Sud. Nell’opera “Micronarrazione”, una ricontestualizzazione di ricerche e bozzetti preparatori passati, sullo sfondo il cupolone di San Lorenzo, simbolo del potere religioso, ma anche di fede e di speranza, domina le case del centro antico, vera geografia dell’anima, davanti a cui personaggi della civiltà contadina (donne che vendono al mercato prodotti delle loro campagne, un contadino dallo sguardo profondo e dalle mani forti e callose in una pausa di lavoro) e una colonna di persone in cammino si affiancano a figure femminili di ieri e di oggi e a segni della nostra età computerizzata. Sono questi ultimi i simboli delle mutazioni, che scorrono veloci, che travolgono tutto in una spirale. Ma l’umanità di ieri con la sua dignità, la sua laboriosità, con quell’atteggiamento di attesa non sono evocazioni nostalgiche di un’epoca felice, ma elementi della conoscenza quotidiana, che attraggono l’artista, perché hanno popolato il suo mondo, perché esprimono la suggestione del mistero dell’esistenza e la forza dell’accettazione, perché gli comunicano emozioni e sentimenti positivi. Andreace, coniugando etica ed estetica, condivide con la collettività i valori della memoria e quelli dell’innovazione, della sostenibilità e attenzione verso il territorio, e, sottolineando il delicato rapporto uomo-ambiente e la condizione critica del quotidiano, promuove anche una cultura ecologica. Questa la sua sintetica spiegazione di “Micronarrazione”: “Momenti della memoria dilatati all’infinito”. Anche in “Palcoscenico” del vissuto un elemento archeologico con una danzatrice ed un musicista fanno da base ad un palcoscenico costruito con linee geometriche in fuga su un mare azzurro dalle onde ora tranquille ora agitate (simbolo delle alterne vicende umane, e della conseguenza della mancata attenzione verso la Natura). Campeggia nella composizione armonicamente impostata un volto di donna, metafora di passione. Questa la spiegazione dell’artista: “La vita scorre vibrante di poesia, storia, fantasia, sogno e verità”. Nella foto l’opera di Nicola Andreace “Palcoscenico del vissuto”.