IL PUNTO n. 558 del 13 novembre 2015 di Marco Zacchera ( marco.zacchera@libero.it)

SOMMARIO: BOLOGNA – INTERCETTAZIONI – ISLAM E L’ITALIA DEI QUAQUARAQUA – ANTISEMITISMO – NUMERI – 5 STELLE IN CHIAROSCURO

RIFLESSIONI SU BOLOGNA

La piazza di Bologna con la manifestazione della Lega cui domenica hanno aderito anche Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi è stata doppiamente riempita da Matteo Renzi che sembra non rendersi conto, forse perché troppo acriticamente supportato dai media, che a parlare da quel palco non sono stati solo tre leader dell’opposizione ma anche, precedentemente, una decina di persone normali diverse per età e professione tutti a sottolineare con parole semplici ma assolutamente concrete come la realtà del Paese non sia proprio quella dipinta da giornali e TV.

Ma il fatto politico più importante è che a riempire quella piazza è stato proprio Renzi anche per la sua nuova, squinternata ed incostituzionale – vedrete! – legge elettorale che spinge a formare liste uniche di coalizione (e non più liste separate) per conquistare nel futuro parlamento a camera unica il premio di maggioranza.

Non bisogna essere né maghi né preveggenti per capire che se una coalizione di centro-destra si presenta compatta può vincere le elezioni soprattutto se a sinistra ci sarà uno strappo tra moderati ed estremisti, complice il Movimento Cinque Stelle che attirerà un numero considerevole di voti, ma statisticamente più dalla sinistra che dal campo avversario.

Bologna è stato quindi un primo passo concreto per un centro-destra unito e che per essere vincente deve recuperare e convincere tutte le varie schegge e spezzoni, da Fitto a quel che resta del centro.

Se però è facile riempire una piazza la vera difficoltà è saper costruire contenuti e punti programmatici chiari ad evitare – come è avvenuto in passato – che una volta vinte le elezioni ci si disintegri al primo scoglio e alla prima polemica.

Sullo sfondo resta anche il problema della leadership perché pensionato Berlusconi (che si guarda bene dal scegliere un proprio delfino considerandosi più o meno eterno, ma anche per cercare così di contenere le rivalità interne) ecco che Matteo Salvini conquista facile lo scettro del leader.

Il problema è che se oggi fosse opposto all’altro Matteo in un ipotetico ballottaggio rischierebbe fortemente di perdere sia perché in una larga parte d’Italia è considerato poco digeribile, ma anche perché un conto è protestare e un altro dimostrarsi all’altezza di governare.

Salvini può così essere addirittura l’oppositore perfetto per Renzi che giocando anche con la demagogia e l’appoggio dei media cercherà di colpirlo con la solita demagogia e agitando fantasmi.

Salvini ha indubbiamente dei numeri, ma non riesce oggi a rappresentare l’anima e il cuore di un intero schieramento. Sarebbe forse più utile, per un centro-destra che volesse veramente vincere e governare a lungo, trovare e costruire qualche altro leader meno attaccabile, ma che non appare purtroppo all’orizzonte anche perché non lo si vuole cercare..

Un tecnico, un imprenditore, un esponente culturale, un giornalista, ma soprattutto un leader ( o finalmente una leader!) capace di esprimere emozioni, volontà di rinnovamento, concretezze e taglio ad esperienze passate.

Questo deve valere anche e soprattutto per candidati a sindaco delle città capaci di intercettare anche la platea delle liste civiche che sono – soprattutto a livello locale – una vera e crescente novità sia a livello politico che amministrativo.

INTERCETTASI

Questa settimana a finire in graticola per le intercettazioni telefoniche è stato il governatore della Campania Vincenzo De Luca, ma ancora una volta questa squallida sceneggiata napoletana nasce da intercettazioni che finiscono sui giornali ancora prima che siano verificate dai magistrati inquirenti.

Non mi importa se gli accusati siano di destra o di sinistra, credo fondamentale il concetto che non sia comunque corretto in un paese civile diffondere e pubblicare brani di conversazioni tra potenziali imputati prima di un certo momento dell’iter giudiziario. Altro che arzigogolati e spesso folli regolamenti sulla privacy!

Una regolamentazione severa – o almeno seria – è indispensabile, se ne parla ormai da 10 anni ma non si è fatto nulla, nulla di nulla. Anche perché – evidentemente – la Magistratura dovrebbe spiegarci come sia possibile che in ogni tribunale ci sia sempre qualcuno che questi testi intercvettati li possa passare liberamente all’esterno violando il segreto istruttorio e sottolineando una generale e assoluta impunità.

NUMERI BALLERINI (E STRUMENTALI)

Non se ne può più dell’uso strumentale delle statistiche. Si sprecano le lodi a Renzi perché parla di ripresa economica poi – proprio stamattina – l’ISTAT comunica che il tasso tendenziale di crescita era del + 0,4% nel primo trimestre, 0,3% nel secondo e solo + 0.2% nel terzo trimestre dell’anno, il che azzera una infinità di chiacchiere.

Restano solo due dati certi: le entrate fiscali sono aumentate quest’anno del 3,4% (a inflazione zero!) e il deficit ha raggiunto i 2.191 miliardi di euro, 7 in più solo a settembre, ovvero oltre 36.500 euro per italiano, neonati compresi. Ma forse a Renzi queste cose non le dicono.

ARABIA SAUDITA

Vi immaginate se negli anni ’70 un primo ministro italiano fosse andato in Cile a salutare il generale Pinochet? Impensabile, ma nessuno ha mosso ciglio né sollevato il problema per la recente visita del premier Matteo Renzi in Arabia Saudita.

C’era da festeggiare la commessa ad imprese italiane per costruire parte della metropolitana di Riyadh e soprattutto i sauditi galleggiano su un mare di petrolio quindi tutti zitti, eppure basta entrare su Wikipedia per verificare come sotto il comando autoritario della dinastia saudita in Arabia si faccia rispettare rigorosamente la legge della dottrina wahabita (un'interpretazione fondamentalista del Corano).

Il risultato è che molte libertà fondamentali della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo non esistono e la pena di morte ed altre pene sono state applicate spesso senza un regolare processo.

L’Arabia Saudita è uno di quegli stati in cui le corti continuano a imporre punizioni corporali, inclusa l'amputazione delle mani e dei piedi per i ladri e la fustigazione per alcuni crimini come la “cattiva condotta sessuale” e l'ubriachezza. L'Arabia Saudita è anche uno dei paesi in cui si applica regolarmente la pena di morte, incluse le esecuzioni pubbliche effettuate tramite decapitazione.

Le donne saudite subiscono forti discriminazioni in molti aspetti della loro vita, compresa la famiglia, l'educazione, l'occupazione e il sistema giudiziario. Sulle strade pubbliche alle donne non era permesso fino a poco tempo fa di andare in bicicletta ed è loro tuttora vietata la guida di autoveicoli.

L’Arabia è stata tra le ultime nazioni a dichiarare fuorilegge la schiavitù, ma nonostante questa proibizione formale persistono casi di schiavitù e di traffico di esseri umani.

L'attività sessuale fuori dal matrimonio eterosessuale è illegale. La punizione per l'omosessualità, travestimento da donna o coinvolgimento in qualche cosa che faccia pensare all'esistenza di una comunità gay organizzata varia dall'imprigionamento alla deportazione (per gli stranieri), alle frustate e all'esecuzione. La libertà di parola e di stampa è limitata per proibire la critica al governo o l'approvazione dei valori “non-islamici”. Il governo vieta ufficialmente la televisione satellitare, i sindacati e le organizzazioni politiche che sono proibite, così come le dimostrazioni pubbliche.

L'Arabia Saudita proibisce tutte le manifestazioni e i culti religiosi tranne l'Islam ed è vietato celebrare una funzione religiosa non musulmana. Il governo può cercare nelle case di chiunque e arrestare o deportare i lavoratori stranieri che possiedono icone o simboli religiosi, come ad esempio il vangelo o un rosario. “Pecunia non olet” ma anche in questi atteggiamenti vi è la conferma della nostra subordinazione paurosa e silenziosa all’estremismo islamico perché – non dimentichiamolo – di fatto l’ ISIS è finanziata anche dai principi sauditi.

ACQUA & VINO

Se quanto sopra vale per i sunniti dell’Arabia Saudita, poiché l’Italia non si fa mancare nulla e tiene il piede rigorosamente in infinite paia di scarpe – come suo solito – ecco prostrarsi tutti al contemporaneo arrivo in Italia del presidente dell’Iran Hassan Rouhani, sciita e capo del paese nemico giurato dei sauditi, dipinto come democratico quando in Iran la libertà è tuttora un optional.

Dai piccoli particolari si vede comunque la dignità di un paese: al Quirinale – per non urtare la suscettibilità dell’illustre ospite – niente vino a tavola piegandoci alle abitudini musulmane. In Francia, all’Eliseo, il vino a tavola era previsto al pranzo ufficiale (in fondo uno può sempre non berlo, no?) e davanti alla protesta iraniana non si è arretrati di un millimetro e si è più dignitosamente cancellato il ricevimento. Ne sono usciti con maggiore dignità l’Italia o i nostri cugini transalpini?

ANTISEMITISMO E PUGNALI

L’accoltellamento dell’ebreo Nathan Graff a Milano è un brutto segno, a conferma di come l’antisemitismo covi sotto la cenere. Non aiuta che l’Unione Europea abbia cominciato proprio in questi giorni a discriminare Israele imponendo un bollino di riconoscimento sui beni provenienti dalla Cisgiordania e aree palestinesi con la scritta “colonie israeliane”. Quante parti del mondo dovrebbero allora essere “identificate” in questo modo? Eppure Israele resta l’unica vera democrazia in Medio Oriente, concetto che in Italia non si vuole accettare.

5 STELLE IN CHIAROSCURO

Le prese di posizione del Movimento di Grillo sono sempre di difficile commento perché a volte emerge l’aspetto naif ed assurdo dei 5 Stelle, altre volte sono da apprezzare alcune loro giuste prese di posizione. Come non essere d’accordo, per esempio, quando il vice-presidente della Camera Di Maio propone il divieto alla pubblicità per i giochi e le lotterie che a vantaggio delle casse pubbliche (e della malavita) spennano milioni di italiani creando situazioni terribili di ludo-dipendenza?

Apprezzabile, ma poi vedi i criteri di scelta della loro candidata a sindaco di Milano e resti allibito perché come si possa pensare di governare una città così importante con una candidata di nessuna esperienza e di professione ufficiale disoccupata lascia sconsolatamente interdetti. Oltretutto una candidata votata in modo semisegreto solo da alcune decine di militanti e con un sistema “alla graticola” tipo selezione da spettacolo per aspiranti cantanti in TV.

“Robb da matt”!

Buona settimana e a tutti un saluto

MARCO ZACCHERA

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