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Chiedo due favori a sora mea morte corporale

Prima non bussava mai alla porta dei miei pensieri, o forse bussava ma era con se non lo facesse, giacché non me ne accorgevo, era solo una parola, una parola che aveva un senso solo se riguardava altri, non la mia persona. Vivevo, allora, come se fossi immortale. Adesso quando si affaccia nei miei pensieri, mi accorgo di lei, eccome se me ne accorgo. Mi rendo ben conto, ogni volta, d’essere mortale. Mi viene a trovare sempre più spesso, ma non per portarmi via, vuole solo avvertirmi, farmi sapere che un giorno verrà per l’ultima volta. Non posso avercela con lei, anche perché mi ha fatto già arrivare ad una bell’età, e non mi dà più fastidio come i primi tempi quando ho cominciato seriamente ad accorgermi della sua presenza. A dire il vero un po’ di fastidio me lo dà se viene a trovarmi la sera quando, a letto, sto per prendere sonno, non è il momento giusto, mi mette malinconia, alle volte persino un po’ d’angoscia. Durante il giorno, invece, e anche adesso, in questo momento, sto volentieri in sua compagnia. Ma no, forse esagero, diciamo che sono rassegnato alla sua compagnia, mi sono abituato alla sua compagnia. E giacché è così gentile, approfitto per chiederle due favori. Ogni volta che mi viene a trovare glieli chiedo questi due favori. Magari mi troverà noioso, ma non posso fare a meno. Il primo è di non trattenersi troppo quando verrà per portarmi via, affinché io non abbia a soffrire, ma neppure troppo poco, giacché voglio avere il tempo di salutare le mie figliole e la moglie. Non voglio, insomma, che mi porti via improvvisamente, ma neppure che mi tenga a lungo prigioniero. Il secondo favore che le chiedo è di stabilire il più tardi possibile la data ultima, non per me, mi dovete credere, non per me, te l’assicuro sora morte, ma per le figlie e per la moglie. Sì, perché il mio pensiero è che più vado avanti negli anni, più divento vecchio, e meno figlie e moglie sentiranno la mia mancanza. Quando sarò molto vecchio, tutte quelle piccole cose che faccio ora in casa, anche sciocchezze come cambiare un interruttore che non funziona, una lampadina, il filtro di un rubinetto, far uscire un po’ d'aria dai termosifoni, sciocchezze, insomma, le mie figlie e la consorte si saranno abituate a farle loro. Quando sarò diventato anche un po’ noioso, quando sarò io ad avere bisogno dell’aiuto delle figlie e della moglie, allora, cara sora morte, sarà il momento giusto, il momento per l’ultima visita. Capisci? Le care figlie e la cara moglie soffriranno di meno se verrai a prendermi quando sarò vecchissimo. Sentiranno meno la mancanza se diventerò vecchissimo e un po’ rompiscatole.

Attilio Doni

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