Calabria: Nesci (M5S) pone questione legale su vertici sanità , parere su nomina illegittima Gioffrè

«E adesso c'è anche il parere sull'illegittimità della nomina di Santo Gioffrè a commissario dell'Asp di Reggio Calabria». Lo annuncia la deputata M5s Dalila Nesci, che ha scritto una nota al governo, al presidente della Regione Calabria e al commissario ad acta, allegando questo nuovo parere e ricordando il loro lungo silenzio sul tema delle nomine illegittime nella sanità regionale. La parlamentare spiega: «Per i vertici dell'amministrazione sanitaria, le giunte Scopelliti e Oliverio hanno agito nello stesso modo, forzando la mano e violando platealmente le norme di legge. Ho posto nel marzo scorso il problema delle ultime nomine illegittime, ma nessuno ha voluto saperne, da Roma a Catanzaro. Non scopriamo la questione morale con la vicenda dei rimborsi di De Gaetano o Fedele, né servono i rimpasti del governatore a certificare un cambio di rotta». «Il pesce puzza dalla testa – incalza la deputata M5s –, nel senso che non potrà esserci nessun beneficio per la sanità calabrese, se i vertici sono nominati sempre fuori legge». Richiesto dalla stessa deputata M5s, il nuovo parere, che smonta la distinzione tra direttore generale e commissario di azienda sanitaria su cui si è basata la difesa della nomina di Gioffrè, è stato redatto dall'avvocato Domenico Monteleone, del foro di Roma, con ampio approfondimento sulla normativa anticorruzione e sulla più alta giurisprudenza amministrativa. «In sostanza – spiega l'avvocato Monteleone – l'incarico al dottor Gioffrè è inconferibile perché la normativa anticorruzione mira a impedire che ai vertici di un'azienda sanitaria ci sia qualcuno che, già candidato sindaco nella stessa zona, possa favorire gruppi di potere nella sua gestione aziendale. Il punto è chiarissimo e pertanto abbiamo anche interessato l'Autorità nazionale anticorruzione». Nesci conclude: «Oliverio non interverrà mai, perché tornare indietro significherebbe ammettere il suo errore madornale. Questa vicenda e le altre analoghe resteranno nel curriculum di Oliverio e di Renzi, alleati per affossare la sanità calabrese, cui serve anzitutto legalità».

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