La macchina del freddo di Leonardo presentata a Milano in anteprima mondiale con il sostegno di Sammontana

IL GENIO E IL BAGAGLIO STORICO DI SAMMONTANA
AL SERVIZIO DI
#FOODPEOPLE. LA MOSTRA PER CHI HA FAME DI INNOVAZIONE
C’è una storia che da oltre settant’anni continua ad appassionare tutti gli italiani, una storia fatta di tradizione, qualità ed esperienza ma anche di innovazione, modernità, voglia di crescere e di raggiungere traguardi sempre nuovi. È la storia di Sammontana, sinonimo di gelato, di gusto e di qualità italiana.
Tutto ha inizio nel 1946 ad Empoli nel cuore della Toscana, quando Renzo Bagnoli trasforma la latteria del padre, in un laboratorio artigianale di gelati, chiamato Sammontana – dal nome del paese da cui prendeva il latte – destinato ad entrare nella storia del gusto. La grande passione di Renzo, unita alla volontà dei suoi fratelli Sergio e Loriano, la capacità di crescere e di innovare trasformano nel corso degli anni il laboratorio nella più importante azienda del settore a capitale completamente italiano, che oggi si colloca al secondo posto nel mercato del gelato confezionato in Italia accanto alle grandi multinazionali del freddo.
E’ proprio il legame con il territorio toscano che ha ispirato in primis la collaborazione con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano che all’uomo d’ingegno e talento universale del Rinascimento ha dedicato il suo nome. Ed è proprio nel luogo in cui si celebra il suo genio che prende vita “#FoodPeople. La mostra per chi ha fame di innovazione” che l’azienda ha deciso di sostenere. Sammontana ha messo al servizio della narrazione espositiva la sua storia, la sua tradizione e la profonda conoscenza del sistema industriale, in particolar modo quello della catena del freddo, per raccontare l’evoluzione del sistema alimentare.
Il marchio Toscano ha donato in modo permanente, per l’intero periodo della mostra, alcuni degli emblemi più significativi della storia dell’azienda e arricchito con contributi e nozioni lo sviluppo del percorso espositivo. La prima sorbettiera, le confezioni storiche del prodotto, le fotografie e i poster di pubblicità passate racconteranno attraverso aneddoti originali un pezzo di storia “alimentare” del nostro paese mentre documentazioni fotografiche e video guideranno la narrazione di importanti processi industriali del sistema cibo.
Infine, per celebrare con una straordinaria riscoperta, il legame dell’Expo con il genio di Leonardo e con il grande tema dell’alimentazione, Sammontana ha finanziato l’inedita realizzazione della prima “macchina del freddo” progettata da Leonardo, in un sorprendente disegno databile 1492, interpretato per la prima volta dal Museo Ideale Leonardo Da Vinci. Questo prototipo, perfettamente funzionante e a dimensioni reali, sarà esposto in via eccezionale e in anteprima mondiale presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano durante l’Expo, da giugno 2015.
Sammontana Italia, ancora oggi di proprietà della famiglia Bagnoli, detiene i marchi Sammontana per il Gelato, Tre Marie e Il Pasticcere, per la croissanterie surgelata, ed è proprio grazie a questi due ultimi brand che il Gruppo si conferma leader di mercato nei prodotti congelati da forno. Sammontana Italia rappresenta quindi una delle realtà di maggiore successo in ambito alimentare grazie al continuo sviluppo, la cura artigianale dei propri prodotti, la sempre maggiore attenzione al rispetto di alti standard di qualità e sicurezza e la costante innovazione che da sempre, allora come oggi, guida il successo imprenditoriale dell’azienda.
Per ulteriori informazioni – Ufficio stampa Weber Shandwick
Elena Marchi: Tel.02/57378560 – e-mail: emarchi@webershandwick.com
Michaela Ausili: Tel.02/57378302 – e-mail: mausili@webershandwick.com
IL GELATO OPERA CULINARIA DEL RINASCIMENTO
Sammontana Italia fonda il proprio business sulla tecnologia del freddo, tassello fondamentale che preserva la qualità dei prodotti surgelati e assicura l’integrità del prodotto finale alle persone. Sammontana nutre un grande rispetto verso di essa, perché senza il freddo, appunto, il gelato non sarebbe mai nato.
Sammontana Italia, che riunisce oggi il marchio Sammontana e i brand Tre Marie Croissenterie e Il Pasticcere, nasce con il gelato e fin dalla sua fondazione ha pensato a questo prodotto proprio come un piccolo e grande miracolo che contiene in sé caratteristiche uniche che lo distinguono da tutti gli altri prodotti alimentari.
Ed è proprio la tecnologia del freddo che mantiene stabile e protetto questo piccolo miracolo che allieta i palati con le sue dolci note nel momento del consumo, liberando sapori e aromi freschi e profumati che ognuno di noi conosce fin dall’infanzia.
Il gelato è anche un pezzo della storia di Firenze e della Toscana e di questo l’azienda, nata ad Empoli quasi 70 anni fa, ne è particolarmente orgogliosa e lavora con passione per essere all’altezza di questa importante eredità.
E’ a Firenze nel 1559 in occasione del banchetto inaugurale della fortezza del Belvedere che lo scienziato architetto ed alchimista Bernardo Buontalenti realizzando una crema fredda a base di latte, miele, tuorlo d’uovo e un tocco di vino, pone le basi del gelato moderno, che prevede l’utilizzo di ingredienti di materie grasse (come latte e uova) che donano al gelato la caratteristica struttura cremosa.
E’ sempre al Buontalenti che si deve l’introduzione di nuove tecniche nella produzione del gelato grazie agli studi sull’utilizzo di sale e ghiaccio per ottenere miscele refrigeranti che raggiungevano temperature di parecchi gradi sotto lo zero.
Se la cultura del freddo e la moda del ghiaccio e della neve sono antichissime, è nel rinascimento che queste raggiungono il massimo per il benessere ed il piacere delle corti rinascimentali e che hanno sollecitato l’impegno di scienziati ed architetti.
Basti pensare, rimanendo a Firenze, alla via delle Ghiacciaie (probabilmente progettate dallo stesso Buontalenti) con le sue cantine foderate in sughero, legno e canne che facevano scorrere l'acqua man mano che il ghiaccio si scioglieva.
E’ in questa cornice rinascimentale, dove si accentua l’uso di bevande e dolci freddi, che si inserisce l’interesse alla produzione del freddo di un altro illustre personaggio toscano.
Si tratta di Leonardo da Vinci che ha dedicato parte dei suoi studi proprio a questa tecnologia. Tra i testi e le tavole lasciati in eredità del Genio Toscano, è stato infatti ritrovato un disegno autografo databile 1492 che rappresenta una macchina per produrre artificialmente il freddo.
Nel disegno si evince la spiegazione del principio di funzionamento della macchina che Leonardo chiarisce con un semplice paragone, ovvero la similitudine tra il “sommo caldo”, prodotto dai

“razzi” di uno specchio concavo che si concentrano in un punto, e il “sommo freddo”, prodotto dai soffi di molti mantici, ovvero dei molti beccucci di un grande mantice, concentrati verso un unico punto: un contenitore da refrigerare.
Non sappiamo se questa favolosa macchina fu mai realizzata. Di certo Leonardo la progetta quando si trova a Milano alla corte degli Sforza per i quali organizzava feste di corte. Probabilmente avrebbe voluto produrre il ghiaccio e forse l’avrebbe utilizzata per raffreddare bevande, sorbetti e dolci freddi e per prolungare la durata del ghiaccio da utilizzare nei rinfrescatoi di mense e banchetti.
E’ proprio per celebrare il legame del gelato con il periodo rinascimentale e rendere merito alla straordinaria figura di Leonardo Da Vinci che l’azienda Toscana è orgogliosa e onorata di avere promosso e sponsorizzato, nel 2015 l’anno di EXPO, la realizzazione della macchina del freddo Leonardesca, espressione perfetta del metodo tecnologico di Leonardo e in grado di sintetizzare la testimonianza del collegamento tra alimentazione, scienza ed arte.
Il sostegno alla produzione della macchina leonardesca non è comunque la prima sponsorizzazione culturale intrapresa dall’azienda, già nel 2012 – infatti – Sammontana contribuisce al restauro illuminotecnico e alla valorizzazione della Grotta Grande di Boboli, capolavoro rinascimentale di Bernardo Buontalenti “l’inventore del gelato moderno” e della pubblicazione della monografia a lui dedicata “Bernardo Buontalenti e la Grotta Grande di Boboli”, a cui venne allegata la monografia della Storia di Sammontana.
I progetti sopra menzionati, oltre a essere un omaggio al periodo rinascimentale, quando scienza, architettura e arte erano spesso confusi gli uni negli altri, rappresentano un monito per il lavoro che Sammontana svolge ogni giorno perché è proprio dall’unione tra sapere e saper fare che nascono i prodotti migliori.
E questo è l’impegno quotidiano di Sammontana, iniziato ormai settanta anni fa in una piccola latteria e gelateria artigianale, praticato con la stessa determinazione anche nella croissanterie, l’altra espressione della passione e della qualità dell’azienda.

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SAMMONTANA – LA STORIA

Anni ‘40 Inizia la storia di Sammontana
Romeo Bagnoli, che aveva sei figli, per provvedere alla numerosa famiglia acquista la latteria Sammontana, in Via del Giglio a Empoli. La latteria si chiama come la fattoria da cui prende il latte.

1946 Nasce il gelato Sammontana
Renzo, il figlio maggiore di Romeo, trasforma la latteria in un Bar – Gelateria. Apprese le prime nozioni sul gelato, diventa un vero artista del palato, sviluppando del talento per questo prodotto.
Inizia così la produzione del gelato Sammontana. Ponendo le basi di quella che diventerà la più importante azienda italiana nel settore dei gelati e che, nel corso del suo sviluppo, ha saputo ampliare e diversificare la propria offerta

1955 Il successo del gelato. Da Bar-gelateria a laboratorio artigianale.
Le richieste aumentano, la gente si sposta anche da altri paesi per gustare quel gelato speciale. Quell’anno Renzo e suo fratello Sergio prendono la storica decisione di vendere il loro gelato anche ad altri commercianti, ideando un barattolo in latta che contiene 6 litri di gelato. La gelateria diventa un vero e proprio laboratorio artigianale.
Il successo produce nuove risorse che permettono alla famiglia di avviare la produzione di gelati confezionati monodose.

[Aneddoto:
Renzo e Sergio si misero alla ricerca di nuove macchine e le trovarono a Genova dove, grazie alle truppe americane che le avevano portate durante la guerra per fare il gelato al loro esercito, le avevano poi lasciate. I due fratelli quindi andarono a trattare l’acquisto (allora erano ancora poveri per permettersi di comprare dei macchinari) e tornarono a Empoli soddisfatti.

Nella gelateria però non c’era più spazio per inserire altri macchinari, ma la necessità era notevole. Così, dopo alcune ricerche, si scoprì che sotto la gelateria c’era una vecchia cantina con dei silos romani. Renzo e tutta la famiglia la svuotarono e la ripulirono tutta per fare spazio alle nuove macchine e alle pompe frigorifere. ]

1957 Nasce il claim: Gelati All’Italiana
Renzo sceglie uno slogan che contiene il lampo di genio delle cose più semplici e immediate, “Gelati all’italiana” per distinguere il suo prodotto dall’icecream diffuso in Italia dai soldati americani durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale.

1959 Nasce Barattolino
Nasce il mitico Barattolino che propone per la prima volta un gelato mantecato di carattere tradizionale preconfezionato nella quantità ideale per un consumo familiare. Il contributo dell’azienda alla storia del gelato in Italia è davvero importante, grazie a prodotti innovativi e a felici intuizioni imprenditoriali.

1960 Da laboratorio ad azienda
Le richieste continuano ad aumentare oltrepassando i confini toscani. Renzo, insieme ai suoi fratelli Sergio e Loriano, inizia a pensare concretamente all’idea di fare il grande salto imprenditoriale.
I tre fratelli, sempre uniti, inaugurano lo stabilimento produttivo, continuando a lavorare con la stessa grande attenzione per la qualità dei gelati e lo spirito inventivo e innovativo.
E Renzo fonda l’azienda Sammontana.

1980 Il cono che fa “slurp”
Marco, il figlio di Renzo, responsabile dell’immagine dell’azienda, affida il restyling del logo a un grande graphic designer statunitense: Milton Glaser, autore di immagini di culto conosciute in tutto il mondo – come il logo “I love NY”. Nasce il cono che fa slurp, il logo che si è impresso nell’immaginario degli italiani, generazione dopo generazione, come simbolo di qualità, italianità e allegria.

1988 Nasce la croissanterie congelata a marchio Il Pasticcere
Dall’acquisto di un piccolo laboratorio specializzato in prodotti da forno congelati da lievitare ha inizio una nuova avventura: la croissanterie congelata a marchio Il Pasticcere. Anche questo nuovo inizio è contrassegnato dall’innovazione: il croissant è già lievitato e il barista deve semplicemente cuocerlo. E non solo, l’innovazione sposa come sempre qualità e rispetto della tradizione: i croissant Il Pasticcere adottano la lievitazione a base di “pasta madre”.

2008 Sammontana acquista GranMilano e i suoi storici marchi: Sanson e Tre Marie
L’acquisizione di GranMilano, azienda di grandi dimensioni e prestigio (di cui fanno parte Sanson, Tre Marie e Mongelo) proietta Sammontana tra le prime cento aziende agroalimentari italiane. Anche grazie a questa operazione Sammontana si posiziona oggi, con il marchio Sammontana e il contributo della quota di Sanson, ai vertici del mercato italiano dei gelati industriali, accanto alle grandi multinazionali del freddo.

2009 L’importanza di Tre Marie
L’acquisizione di Tre Marie, azienda nota per l’eccellenza dei propri prodotti da forno, realizzati affiancando alle competenze artigianali la capacità di innovare rispettando il processo tradizionale, fa sì che Sammontana diventi leader nel settore della croissanterie congelata con il primo e il secondo marchio in termini di quota: Tre Marie e Il Pasticcere.

2011 Un traguardo importante
Sammontana supera la soglia del miliardo di porzioni vendute in tutto il mondo, un dato che premia la voglia e la capacità di continuare a scommettere sulla qualità e sui valori di sempre, il risultato della storia di un’autentica passione familiare, che continua da più di settant’anni.

2015 e domani. Impresa famiglia. Italia mondo
Un nuovo capitolo della vita dell’azienda guidata da Loriano Bagnoli – oggi presidente – insieme a suo figlio Leonardo e a Marco, figlio di Renzo. La spinta all’internazionalizzazione delle prospettive di business non intacca l’italianità che da sempre caratterizza l’azienda. Identiche sono la passione familiare, l’orgoglio e la determinazione con cui anche i figli e i nipoti dei fondatori continuano a contribuire al successo dell’impresa. Si continuano a fare gustosi e affidabili “prodotti all’italiana”, che dagli stabilimenti in Italia vengono ora e sempre più spediti in tutto il mondo.

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LA MACCHINA DEL FREDDO DI LEONARDO DA VINCI,
IN ANTEPRIMA MONDIALE,
AL MUSEO DELLA SCIENZA E DELLA TECNOLOGIA DI MILANO

Opera realizzata con il sostegno di Sammontana Italia e la preziosa collaborazione del Museo Ideale di Vinci

È stato Leonardo Da Vinci a progettare la prima “macchina del freddo” della storia: la notizia è sorprendente e potrebbe lasciare increduli se non si trattasse di una scoperta documentata scientificamente e con dati certi.

È quanto risulta da un disegno sicuramente autografo di Leonardo databile 1492, individuato e interpretato da Alessandro Vezzosi, direttore del Museo Ideale Leonardo Da Vinci. Ed è stato possibile realizzarne un inedito modello funzionante a grandezza naturale, con il sostegno di Sammontana Italia, azienda nata e operante nei dintorni della città natale di Leonardo, tra Vinci ed Empoli.

Fra archeologia, storia e leggenda, antichissime sono la cultura del freddo e la moda del ghiaccio e della neve, per il benessere e il piacere, per rinfrescare le bevande e conservare gli alimenti.
Tuttavia non si hanno notizie di macchine per produrre il freddo o il ghiaccio, ma solo di espedienti basati sulla conservazione, l’evaporazione e la ventilazione naturale o manuale.
Nella vita quotidiana delle corti del Rinascimento si accentua l’uso di bevande fredde, con rinfrescatoi, fontane da tavola e “mescitrici”; Leonardo stesso studia e progetta “fonti a termine” zampillanti, ispirate a quelle ellenistiche di Erone di Alessandria, riprese pure dagli ingegneri senesi del Quattrocento.

Nel caso di questa macchina per produrre artificialmente il freddo, Leonardo fornisce un disegno schematico e una spiegazione teorica per analogia in contrappunto.
Troviamo disegno e spiegazione nel dettaglio di un foglio di cm 21×15 del Ms. A (databile alla metà del primo periodo milanese di Leonardo, circa 1492) che Napoleone farà trafugare dalla Biblioteca Ambrosiana e che, dopo la caduta del suo impero, sarà “dimenticato” a Parigi con altri manoscritti oggi conservati presso l’Institut de France.
Leonardo inizia enunciando i due principi generali in merito alle origini del freddo: per privazione di calore e “per movimento d’aria”. La spiegazione teorica di Leonardo si fonda su un semplice paragone, ovvero sulla similitudine tra il “sommo caldo”, prodotto dai “razzi” di uno specchio concavo che si concentrano in un punto e il “sommo freddo”, prodotto dai soffi di molti mantici, ovvero dei molti beccucci di un grande mantice, concentrati verso un unico punto: un contenitore da refrigerare.

In base al disegno e al testo del foglio 20r e ai dati di studi ed esperimenti in altre carte di Leonardo, si è giunti a definire le caratteristiche, la forma e il funzionamento della macchina del freddo, composta da un grande mantice circolare a tre camere d’aria, realizzato in cuoio (“corame”), con 18 beccucci nella cavità circolare al centro e il piccolo argano a due manovelle che consente di azionare il mantice grazie a tre contrappesi. Nel foglio 15v dello stesso Ms. A, Leonardo disegna la forma a parallelepipedo del peso che esercita la pressione sul mantice,

e indica la maniera per calcolare il carico necessario a comprimerlo nel rapporto fra le dimensioni del “boccuccio” e del vuoto all’interno di tutto il mantice.

Forse non fu mai realizzata, ma viene da chiedersi in quali occasioni e per quali scopi sarebbe stata utilizzata questa “macchina del freddo”: per raffreddare bevande sicuramente, e magari per i sorbetti e i dolci freddi, e per prolungare la durata del ghiaccio da introdurre nei rinfrescatoi sulle mense e nei banchetti. Certo Leonardo la progetta quando si trova nella Milano degli Sforza e organizza feste di corte.

Certo non era facile produrre il “sommo freddo” e magari ghiaccio con un marchingegno come questa “macchina del freddo”, che tuttavia rappresenta una sintesi mentale del metodo tecnologico di Leonardo.
Il modello realizzato è un lavoro originale di arte-scienza che ingloba al centro una scultura come segno di sublimazione, rilevante in senso estetico, concettuale e simbolico: una metafora del ghiaccio pietrificato.

Consideriamo Leonardo il maggior protagonista di un’avanguardia antica: il Rinascimento. Fondamentale è il dialogo tra la sua opera e le esperienze più originali e innovative dell’arte contemporanea; al centro della sua “macchina del freddo” trova un’ideale collocazione la forma emblematica che nasce nel presente dal profilo aureo di un ritratto disegnato da Leonardo: idea, linea e materia in metamorfosi.

Sammontana Italia per celebrare la sua storia, la vicinanza con il territorio Toscano e il genio Leonardesco è onorata di avere promosso la realizzazione di questa opera, perfetta testimonianza del collegamento tra alimentazione, scienza e arte. La Macchina del Freddo sarà esposta in anteprima mondiale – per tutto il periodo dell’Expo – presso il Museo della Scienza e della Tecnologia di Milano, presso la Galleria Leonardo.

Leonardo Da Vinci
“Macchina del freddo”, modello in cuoio, legno, metalli, corda, pietra
cm 176 (h) x 113 x 118
Interpretazione di Alessandro Vezzosi, con la collaborazione di Agnese Sabato
Promossa e finanziata da Sammontana Italia
Realizzata dal Museo Ideale Leonardo Da Vinci con Studio M di Andrea Martelli

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