IMU ESENZIONE PER I PENSIONATI IN CONVENZIONE. CGIE. Segnalazioni e approfondimenti dell’attività  parlamentare del mese di giugno

NEWSLETTER DI MARCO FEDI
Deputato eletto nella Circoscrizione Estero
Africa, Asia, Oceania e Antartide
NUMERO 22 – 27 GIUGNO 2015
View this email in your browser
Facebook
Facebook
Twitter
Twitter
Website
Website

I TEMI TOCCATI NELL'ULTIMO MESE DI ATTIVITÀ
1. L’equità prima di tutto

Nei giorni scorsi ho ricevuto messaggi di sostegno alla mie riserve sulla ingiusta tassazione al 32.5% del reddito prodotto dai titolari di visto vacanza-lavoro proposta dal governo australiano. Ho ricevuto, però, anche alcune osservazioni critiche riguardo all’intervista rilasciata a Il Globo.
Sul tema si possono certamente avere opinioni diverse, ma credo sia utile alla discussione spiegare in maniera più precisa e articolata la mia posizione.
La modifica che il Governo si appresta a introdurre dal 1° luglio 2016 riguarderebbe la residenza. Per stabilire il livello di tassazione occorre determinare se si è residenti ai fini fiscali. Si risponde a un test e, generalmente, chi ha trascorso in Australia un periodo ragionevole di tempo con un impiego a carattere continuativo e una fissa dimora, può ragionevolmente qualificarsi per la tassazione da residente e quindi, ove il datore di lavoro abbia applicato una ritenuta del 32.5%, può recuperare a conguaglio, dopo la presentazione della denuncia dei redditi, la differenza tra le tasse dovute e quelle pagate. Oggi possiamo dire che per coloro i quali puntano, dal primo giorno, ad una sistemazione professionale e lavorativa a carattere continuativo esiste un forte incentivo ad essere in regola e a presentare denuncia dei redditi. Dal 1° luglio 2016, con le modifiche alle norme sulla residenza, avremmo tutti i lavoratori con visto vacanza-lavoro tassati all’aliquota fissa del 32.5%, indipendentemente dalla qualità della residenza. Si creerebbe, così, un forte incentivo a non essere in regola, alimentando quell’area di sfruttamento che è stata più volte denunciata nei mesi scorsi.
Si tratta, in definitiva, di una questione di equità fiscale a fronte di un visto vacanza-lavoro che nasce con l’intento di avvicinare i giovani a cultura, lingua e tradizioni di un altro paese. Ma questo dovrebbe avvenire in un regime di equità, senza che questi giovani siano soggetti a sfruttamento o diventino vittime di una palese discriminazione. Ecco perché il richiamo agli impegni australiani in sede di International Labour Organization sono opportuni. Tra l’altro è proprio l’organizzazione internazionale del lavoro (OIL), organismo delle Nazioni Unite, ad occuparsi di questioni del lavoro attinenti alle migrazioni e a garantire parità di trattamento tra lavoratori, assicurando standard internazionali in materia contrattuale, sia per le condizioni di lavoro che per i trattamenti economici.

2. La Camera ha approvato la proposta di legge in materia di accesso del figlio adottato alle informazioni sulle proprie origini e sulla propria identità, con 307 sì e 22 no. Il testo passa ora all'esame del Senato.

Si tratta di un risultato importante che offre a migliaia di persone la possibilità di ricongiungersi alle proprie origini.
L’approvazione in prima lettura rappresenta un passo importante di adeguamento del nostro ordinamento alle decisioni della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si sancisce un principio: al diritto della madre che ha partorito nell’anonimato e che va tutelata nella riservatezza, si affianca il diritto del figlio dato in adozione di conoscere le proprie origini, sia per ragioni esistenziali sia per ragioni medico-biologiche. Fino ad oggi, quelli del figlio sono stati diritti negati.
Con la nuova legge si introduce un meccanismo che consente all’adottato non riconosciuto, attraverso i Tribunali per i minorenni, di far interpellare la madre biologica per verificare se le cose sono cambiate e se vuole dare il suo consenso a rendere noti i dati. La madre che non ha riconosciuto il figlio conserva il diritto a confermare l’anonimato, che nessuno può violare. Ma può anche dare la sua approvazione, come sempre più spesso accade, e offrire così a quel figlio il conforto della conoscenza e del riconoscimento della propria origine.

3. Cittadinanza: a quando il cambiamento?

Nelle prossime settimane dovrebbe aprirsi alla Camera la discussione sulla proposta di legge d’iniziativa popolare di riforma della cittadinanza.
La proposta di legge apporta delle modifiche alla legge 91 del 1992 per regolare l’acquisto della cittadinanza italiana per i nati in Italia da cittadini di altri paesi con regolare permesso di soggiorno e per ridurre il numero di anni necessario per acquisire la cittadinanza italiana. Si tratta di una proposta importante che affianca altre proposte di analogo tenore già depositate in Parlamento.
Contemporaneamente la Commissione affari esteri del Senato sta esaminando una proposta di legge che raccoglie i principali aspetti sulla cittadinanza riguardanti le nostre comunità all’estero. Si tratta di un testo unificato, specifico per gli italiani nel mondo.
La prima considerazione è relativa a come si comporteranno i gruppi parlamentari. Dovremmo chiedere una prima consultazione tra i gruppi del PD per decidere se il testo unificato che sta avanzando in Senato sia la proposta da sostenere, con la conseguenza di non presentare emendamenti al testo che arriverà alla Camera, che come abbiamo detto riguarda solo gli immigrati in Italia. Sarebbe la strategia auspicabile, a condizione di avere la certezza che il Governo non intralcerà l’iter. È un bel dire, infatti, che la cittadinanza è materia di attenzione del Parlamento se poi si rischia di trovarsi di fronte ad un parere negativo del Governo.
La seconda considerazione riguarda l’esigenza di allargare la strategia sulla cittadinanza agli eletti all’estero. Per quanto mi riguarda, punterei sul testo che ha predisposto il Senato impegnando i gruppi di Senato e Camera a sostenere e votare il provvedimento che affronta il riacquisto della cittadinanza e il superamento della discriminazione verso le donne per quanto concerne la trasmissione jus sanguinis della cittadinanza italiana.
La terza considerazione riguarda l’attesa che il Governo, su alcuni temi centrali degli italiani all’estero, assuma una posizione più precisa e definita. Aspettiamo che qualcuno dica qualcosa in proposito.

4. Quale percorso per la riforma della 153/71 sui corsi di lingua e cultura italiane?

Sull’importante questione della promozione della lingua e cultura italiane all’estero vorrei cercare di chiarire di cosa si parla, quale sia il percorso che il sottoscritto vorrebbe vedere realizzato e cosa sta facendo il Governo.

Gli obiettivi comuni
Realizzare una riforma delle legge 153/71, nata in un tempo lontano per assistere i figli degli emigrati in vista di un loro ritorno in Italia, e successive modifiche, per migliorare la diffusione della lingua italiana nel mondo, renderla più adeguata ai cambiamenti avvenuti nelle nostre comunità e garantire la continuità dell’insegnamento nella scuola dell’obbligo e nel percorso formativo delle persone in un quadro di eduzione interculturale.

I soggetti interessati
Modificare l’orientamento iniziale della legge 153/71, cioè l’assistenza scolastica ai figli dei migranti, ampliandola a tutti i cittadini dei paesi di emigrazione e di presenza italiana nel mondo, come lingua di cultura, lingua comunitaria e lingua straniera: in altre parole rivolgersi a tutti i soggetti, in età scolare e adulti, fissando priorità secondo le esigenze locali.

Gli strumenti per realizzare gli obiettivi
Prima questione: agenzia, dipartimento o ufficio di una Direzione generale? Seconda questione: a chi assegnare le responsabilità gestionali e di controllo, a qualche Ministero o alla Presidenza del Consiglio?
Le proposte di legge finora presentate propongono soluzioni diverse tra loro. Sciogliere questo nodo appare a molti come la questione centrale della riforma. Sia l’agenzia che il dipartimento, però, rischiano di soffrire di un male comune: se l’amministrazione intende utilizzarle a proprio uso e consumo, riuscirà comunque a farlo, indipendentemente dalla soluzione.
In realtà, nella scelta tra agenzia, dipartimento o ufficio di una Direzione Generale, come avviene ora, ci poniamo un falso problema. La vera questione è sotto quale responsabilità politica la nuova struttura debba essere collocata. L’agenzia, se riusciamo a trovare un accordo, è lo strumento che garantisce maggiore autonomia poiché non risponde “direttamente” ad un solo Ministero o alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, come avverrebbe per il Dipartimento o l’ufficio di una Direzione Generale.
Seconda questione: come fissare le priorità. Il Piano Paese è lo strumento utilizzato proficuamente nel recente passato per conoscere le esigenze formative dei Paesi di presenza italiana e poi in molte parti tralasciato per mancanza di convinzione del Ministero. Se riattivato in modo diffuso, da esso si possono desumere l’entità e le caratteristiche della domanda formativa, gli orientamenti per quanto concerne l’inserimento della lingua italiana nel curriculum scolastico, gli interventi diretti nell’insegnamento, con impiego di insegnanti, gli interventi indiretti, con programmi e progetti speciali, gli interventi previsti da accordi bilaterali e gli interventi unilaterali.

Le risorse disponibili o da rendere disponibili
L’orientamento prevalente è quello di mantenere scuola e cultura, insegnamento della lingua italiana e promozione di lingua e cultura italiane, unite sia negli obiettivi che negli strumenti. Possiamo pensare a una soluzione che tenga tutto insieme e quindi coinvolga, oltre agli enti gestori, anche gli Istituti italiani di cultura, la società Dante Alighieri e i lettorati, in una grande azione di coordinamento che includa anche il sistema universitario e le autonomie territoriali.

Come utilizzare le poche risorse
Oggi siamo di fronte ad una scelta obbligata: se pensiamo che sia indispensabile continuare ad inviare all’estero insegnanti di ruolo con le modalità attuali, siamo destinati ad una fase di rapida involuzione. Il primo presupposto deve essere che anche per gli insegnanti di ruolo inviati dall’Italia dove e quando il Piano Paese lo preveda e l’Agenzia, o Dipartimento o Ufficio della DG lo decida, abbiano un trattamento economico uguale a quello degli insegnanti impiegati in loco. Con l’aggiunta di una “ragionevole” indennità per le spese di prima sistemazione e di trasloco.

Il falso dilemma: pubblico o privato
Il problema della distinzione pubblico/privato è basato su un falso presupposto. L’intervento rimane pubblico, gli strumenti possono essere pubblici o privati secondo le richieste del Piano Paese e comunque in linea con standard europei sia formativi che retributivi.

Su cosa mi sentirei di scommettere?
La Farnesina, su questo tema almeno, ha le idee molto chiare. Mantenere fermamente il controllo sia della gestione che delle risorse. La riforma? Per i funzionari del MAE può aspettare. Intanto nella legge sulla “buona scuola” c’è una delega al Governo per la riorganizzazione dell’insegnamento all’estero. Senza farsi soverchie illusioni, forse è un’occasione da cogliere.

Marco Fedi

IL LAVORO PARLAMENTARE
IMU: RISOLUZIONE DEL MINISTERO CONFERMA L'ESENZIONE
PER I PENSIONATI IN CONVENZIONE CON UN'IMPORTANTE NOVITÀ

Con la risoluzione n. 6 della Direzione per la Legislazione Tributaria e il Federalismo Fiscale del Dipartimento delle Finanze, il Ministero dell'Economia e delle Finanze ha ufficializzato l'interpretazione dell'art. 9-bis del DL 28 marzo 2014 n. 47, convertito dalla legge 23 maggio 2014, n. 80, riguardante l'equiparazione ad abitazione principale di una sola unità immobiliare non locata posseduta da cittadini italiani iscritti all'AIRE e pensionati nei Paesi di residenza. Importante segnalare che l'equiparazione si applica al cittadino iscritto all'AIRE, pensionato, anche se l'immobile si trova in un comune diverso da quello di iscrizione.

Leggi tutto >>

LA DISTRIBUZIONE DEI SEGGI DEL CGIE
NON SODDISFA
LE ESIGENZE DI RAPPRESENTATIVITÀ

Il 23 giugno il Ministro degli Esteri ha firmato il decreto al quale è annessa la tabella di ripartizione dei componenti del CGIE tra i diversi Paesi. Nonostante le pressanti richieste del CGIE e le nostre sollecitazioni a trovare soluzioni più equilibrate, il decreto, ai fini dell’attribuzione dei rappresentanti, conferma il criterio dei residenti all’estero iscritti all’AIRE come esclusivo riferimento dell’attribuzione dei seggi.

Leggi tutto >>

IL DECRETO

AUMENTARE L’IMPORTO MINIMALE DELLE PENSIONI AGLI EMIGRATI

Alla luce dei recenti eventi in Venezuela che hanno messo a nudo l’esiguità delle pensioni in convenzione non integrate da prestazioni sociali (trattamento minimo e maggiorazioni sociali) e/o familiari, ho presentato assieme al collega Fabio Porta una interrogazione per chiedere l’aumento dell’importo minimale delle pensioni in convenzione internazionale.

Leggi tutto >>

RATIFICA ACCORDO CON IL KAZAKHSTAN SUL CONTRASTO A CRIMINALITA E TERRORISMO
Dichiarazione di voto
per il PD

Leggi tutto >>

RATIFICA ACCORDO PER LA SEDE OMS
A VENEZIA
Dichiarazione di voto
per il PD

Leggi tutto >>

Per tutte le notizie, vai al sito: www.marcofedi.it

ITALIA-ISRAELE: UN BUON ACCORDO SULLA PREVIDENZA SOCIALE, CON ALCUNI LIMITI

PER I CONTRATTISTI IN MAROCCO E IN AUSTRALIA SI GIUNGA AL PIÙ PRESTO AD UNA SOLUZIONE CONCRETA ED EQUA

TEMI DELL'ATTIVITÀ PARLAMENTARE

ACCESSO ALLE INFORMAZIONI SULLE ORIGINI DEL FIGLIO NON RICONOSCIUTO ALLA NASCITA

La proposta di legge “Modifica all’articolo 28 della legge 4 maggio 1983, n. 184 e altre disposizioni in materia di accesso alle informazioni sulle origini del figlio non riconosciuto alla nascita” (testo unificato AC 784 e abb.), approvata in prima lettura alla Camera, estende la possibilitaÌ€ di conoscere le proprie origini biologiche anche al figlio adottato non riconosciuto alla nascita.

IL DOSSIER

LIBERTÀ DI STAMPA E TUTELA DEI CITTADINI COINVOLTI

Approvata alla Camera la proposta di legge sulla diffamazione a mezzo stampa. Ora il testo passa al Senato.

AUSTRALIA
COMUNICATO DEI COMITES D’AUSTRALIA

I neoeletti Presidenti dei sei COMITES d’Australia, Paola Cerrato (Canberra-ACT) Giuseppe Musso (Sydney-NSW) Mariangela Stagnitti (Brisbane-QLD & NT) Mark Quaglia (Adelaide-SA) Francesco Pascalis (Melbourne-VIC & TAS) Vittorio Petriconi (Perth-WA), a seguito di una consultazione telefonica congiunta sul tema della riforma del CGIE dello scorso anno, sostengono una posizione di forte e decisa critica verso l’operato del Ministero Affari Esteri come da documento redatto dai Consiglieri CGIE residenti in Australia e diffuso presso le agenzie stampa d’emigrazione e presso i media locali italiani.
I Presidenti COMITES d’Australia ritengono arbitrario il criterio usato per definire la nuova ripartizione dei seggi in seno al CGIE dopo la loro riduzione globale del 33% decretata dalla stessa legge di riforma. Privilegiare la componente europea lasciandone quasi inalterato il numero dei suoi rappresentanti e penalizzare la componente dei Paesi anglofoni con un taglio di quasi il 70% è una miope e vergognosa operazione di parte all’interno di un Ente diventato sovrastrutturale soprattutto dal momento in cui i deputati ed i senatori eletti all’estero sono entrati nel Parlamento.
Alla luce del definito ruolo dei parlamentari e dei COMITES – che comunque nell’ambito della suddetta riforma hanno bisogno di essere rafforzati in struttura e competenze – i Presidenti COMITES d’Australia sostengono fermamente che la funzione del CGIE, diventato ormai CGI-UE, deve essere profondamente riconsiderata. In tempi recenti le sue competenze consultive e propositive spesso non sono state proceduralmente rispettate e, quando attivate, raramente assecondate dallo stesso Governo. Per questa ragione, il ruolo di raccordo del CGIE del futuro dovrá poggiare su basi diverse. La presenza italiana nel mondo è in continuo cambiamento e quel ruolo che la legge attuale assegna al CGIE deve essere rimodellato per garantire un rapporto piú diretto, forte e produttivo tra le comunitá all’estero e gli organi decisionali italiani.
In conclusione, fermo restando che l’argomento deve essere approfondito nelle dovute sedi, i Presidenti dei COMITES d’Australia lanciano un appello al Governo, al Parlamento ed ai Partiti politici italiani affinché si riaccostino in maniera nuova e costruttiva a queste problematiche per avviare nel piú breve tempo possibile il processo di una riforma necessaria e irrevocabile.

SEGNALAZIONI
Verso il Forum delle associazioni degli italiani nel mondo

ROMA – 3 e 4 Luglio 2015
Centro Congressi Frentani

“Con gli Stati Generali si intende riconfermare il grande valore delle comunità italiane all’estero sempre più inserite nei contesti locali, sempre più integrate e in grado di sviluppare percorsi originali che costituiscono una risorsa fondamentale per rendere reciprocamente proficue le relazioni tra l’Italia e i paesi di accoglienza.
Nel confronto in atto all’interno del mondo associativo – e che riguarda gli obiettivi e il rinnovamento organizzativo delle associazioni – la nuova emigrazione ed i nuovi bisogni che da essa si manifestano, rappresentano punti fermi imprescindibili.
La realtà ha messo da tempo in evidenza l’esistenza di bisogni concreti che, ad oggi, non sono soddisfatti. Con il Forum s’intende dare loro una rappresentanza sociale.
Con gli Stati generali s’intende riproporre all’attenzione del governo e del Parlamento la necessità di promozione e riconoscimento del ruolo sociale insostituibile dell’associazionismo.” I promotori

Per saperne di più

MEMORIE
da il CORRIERE DELLA SERA
«Quando i clandestini eravamo noi: chiusi in casa, senza poter giocare, cantare o piangere»
I racconti dei figli di immigrati italiani in Svizzera negli anni Settanta: «Ora soffriamo quando maltrattano i migranti africani» – Jacopo Storni/Corriere TV

Si raggomitolavano dentro i cofani delle auto per superare il confine, si rinchiudevano dentro l’armadio quando la polizia bussava alle loro porte, restavano barricati in casa per mesi interi, senza vedere mai la luce del sole. Non si affacciavano alla finestra per paura di essere visti, non potevano giocare, non potevano cantare, non potevano piangere a voce alta…

CONTINUA A LEGGERE

GUARDA IL VIDEO

Lascia un commento

COMMEMORAZIONE
DEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA

Per tutte le iniziative e gli approfondimenti, consulta:

http://www.centenario1914-1918.it/it