MENIA IN ARGENTINA: MIGRAZIONI E ITALIANITA’, RIPARTIAMO DALL’ALFABETO DEL DIZIONARIO

Nel segno di una rinnovata presenza del Ctim proseguono le giornate argentine del segretario generale del Ctim, on. Roberto Menia. A Buenos Aires una serie di incontri coordinati da Franco Arena, direttore di Radio Italia Tricolore, con i dirigenti del Ctim, imprenditori e rappresentanti delle comunità regionali, la visita alla storica associazione “Unione e benevolenza” che custodisce straordinari pezzi di memoria italiana dall’800 in poi, insegne delle società operaie e mutualistiche, bandiere, una biblioteca con migliaia di libri dai secoli passati ad oggi.

In serata ha po preso parte alla presentazione all’Istituto italiano di cultura del Dizionario delle Migrazioni di Tiziana Grassi, alla presenza del Console generale d’italia Curci che ha portato il saluto iniziale. All’incontro erano presenti anche l’on Giuseppe Angeli presidente del Ctim Argentina. Pedro Nefonte, di Rosario, e lo stesso Arena. Il delegato del Ctim Argentina Gustavo Velis è stato invece il gran mattatore della successiva giornata a Mar del Plata, dove il Dizionario delle migrazioni Italiane nel Mondo è stato presentato, a cura del Ctim, presso il Teatro Municipal in un’atmosfera di intensa partecipazione e calore.

Velis in apertura ha rimarcato come la giornata fosse stata affidata ai “suoi ragazzi”. Colpiva infatti la presenza di giovani italiani, di terza e quarta generazione, impegnati nel sociale, negli studi, nella ricerca, uniti dal collante delle radici comuni e della lingua di Dante. “I giovani sono una risorsa fondamentale – ha detto Velis (che è anche editore del giornale “La prima voce”) – per garantire la tradizione ed il radicamento come italiani in terra d’argentina”.

L’autrice dell’opera, Tiziana Grassi, ha voluto rendere omaggio ai nostri connazionali d’Argentina soffermandosi soprattutto su alcuni lemmi del dizionario come “Cocoliche”, Boca, hotel des emigrantes, oltre agli aspetti esistenziali delle comunità dei migranti ed ha voluto concludere il suo intervento ricordando le quattro parole del Monumento dell’emigrante che ne dipingono plasticamente il percorso: “Coraggio, orgoglio, sogno, conquista”.

L’on Roberto Menia, dal canto suo, ha voluto porre l’accento su alcuni elementi che connotano l’identità degli italiani nel mondo con un singolare “percorso” – come in un dizionario – attraverso le vocali: a come Argentina, e come emigrazione, i come italianità, o come orgoglio e u come umanità.

“Umanità – ha concluso Menia – come quella che i nostri emigranti hanno portato in ogni angolo del mondo, con il senso antico della pietas, con la solidarietà, il soccorso, il lavoro, il coraggio, il legame con la patria lontana e la nuova patria, che hanno costruito ogni giorno, fieri di essere italiani”.

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