I dibattiti non hanno mai ucciso nessuno, una domanda scomoda non è polemica, una lamentela non è un affronto, una critica non è lesa maestà
Il re è uno solo. Ed è nudo. Per meglio dire: tre liste, candidate al Comites di Zurigo e Lucerna, su quattro, decidono a meno di un mese dalle elezioni di stilare un comunicato comune in cui affermano candidamente di non aver tempo di partecipare a un dibattito pubblico perché tutti impegnati a informare per conto loro (e unitariamente?) sul percorso intrapreso.
La domande sorgono spontanee: quanto dura ‘sto percorso? Dieci anni di percorso sono sufficienti o no per smettere di promettere e iniziare a rendere conto di ciò che (non) si è fatto in tutto questo tempo? Le tre liste percorrono una strada unitaria? Se sì, perché presentare tre liste? Quando mai si sono visti tre concorrenti (su quattro) che diramano comunicati comuni?
Le tre liste che sulla carta sono una contro l’altra e nei comunicati sono pappa e ciccia, terminano pensando e credendo doveroso evitare campagne elettorali polemiche e non costruttive… Ci perdonino i Signor Da Costa, i signor Putrino, i signor Colatrella, dall’alto della loro preveggenza, a quali intenzioni state facendo un processo? Chi vi è apparso in sogno a rivelarvi che un dibattito pubblico con voi presenti finirà in caciara? E perché?
Da ogni confronto possono nascere polemiche, questo è vero. Polemiche sterili o costruttive. Se invece si evitano i confronti con la scusa di un’eventuale polemica, come sembra, ci si chiede come pensate di affrontare le battaglie politiche, a suon di grazie e per favore?
I dibattiti pubblici servono per presentare le proprie intenzioni e per rispondere del proprio operato. Adesso, capiamo bene che preferiate raccontarci che cosa farete nei prossimi dieci anni, ma educazione vuole che si risponda anche dei dieci anni in cui avete partecipato al Comites.
Che noia la polemica, siamo d’accordo con voi che tanto gentili apparite e speriamo siate, tre cavalieri molto educati e troppo occupati, ma… ma c’è sempre un ma: non sarà che le domande scomode siano per voi figlie di presunte polemiche quando invece è sacro diritto degli elettori capire meglio l’operato degli ultimi dieci anni?
Cari cavalieri, dall’alto dei vostri cavalli, rischiate di scambiare la fame di sapere della gente per capricci da attaccabrighe. Un po’ come Maria Antonietta pensava che la richiesta di pane da parte del popolo fosse solo il capriccio di chi non amava le brioches. E non fame.
Orsù, miei cari capilista, miei cari candidati, è mai possibile che tutti i circa 60 candidati di tre liste non abbiano tempo per un dibattito? I dibattiti non hanno mai ucciso nessuno, una domanda scomoda non è polemica, una lamentela non è un affronto, una critica non è lesa maestà… Se poi la vostra educata idiosincrasia per il dibattito di venerdì 27 Aprile, riguarda più chi l’organizza, nessun problema: organizzate un incontro con tutte le liste per permettere a tutti di sentire quanto siete costruttivi… O se preferite, per venirvi incontro: stilate un comunicato comune per avvisare l’altra lista sul dove e quando, visto che voi tre comunicate già benissimo fra di voi in privato.
Maurizio Raviola – Associazioni Italiane in Svizzera