Angelo Bruscino (Presidente Giovani Confapi): “In Italia se si guarda al futuro con F maiuscola, non si può non immaginare Milano città universale, che ha saputo reagire alla crisi con nuove idee e nuove strade per lo sviluppo sostenibile.
Come immaginare il futuro di Milano nell'anno dell'Expo? In che modo la capitale economica del Paese potrà trainare il rilancio italiano attraendo investimenti ed esportando valore? Sono questi due degli interrogativi della tavola rotonda #Milano2016, a cui parteciperà il presidente nazionale dei giovani di Confapi Angelo Bruscino, dedicata al futuro della città organizzata da Competere.eu e da Ego per le 17 di lunedì 30 marzo a Milano alla Triennale (Viale Alemagna 6).
La tavola rotonda si aprirà con gli interventi dei presidenti di Competere.eu Pietro Paganini e di Ego Piero Tatafiore. Seguiranno le introduzioni del Vicesindaco e Assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris, del Presidente de La Triennale Claudio De Albertis, dell'editorialista de Il Sole 24 Ore Salvatore Carrubba, di Giorgio Arfaras del Centro Einaudi, del direttore di Arcipelago Milano Luca Beltrami Gadola, dell'editorialista de Il Corriere della Sera Massimo Sideri, del Presidente del Co.re.com.Lombardia Federica Zanella, del Sottosegretario con Delega alla Città Metropolitana Giulio Gallera e del direttore generale di Padiglione Italia Expo 2015 Cesare Vaciago.
“Una riflessione- dichiara il presidente dei Giovani Imprenditori di Confapi Angelo Bruscino- sul futuro di Milano, come questa organizzata da Competere.Eu e da Ego, ha un particolare significato. In Italia se si guarda al futuro con F maiuscola, non si può non immaginare Milano, la nostra città più europea, quella nella quale si concentra la massima parte del nostro capitale finanziario e dulcis in fundo, la nostra capitale Morale e Culturale.
L’Expo2015 è solo uno dei tanti fattori che favoriscono nuova energia a Milano. Milano resiste alla crisi con idee e fiducia nel futuro. Ora dobbiamo chiederci come sarà nei prossimi 15 anni. #Milano2016 è prima di tutto un’occasione per immaginare il tipo di sviluppo della città che vogliamo.
Certo immergersi nella realtà meneghina, piena di fibrillazioni e cambiamenti legati all’Expo 2015, vedere strade e quartieri trasformati nel tentativo di interpretare i tanti temi delle smart city, dall’innovazione digitale, all’attenzione all’ambiente, alla costruzione e sviluppo di spazi verdi, come gli orti urbani, alla mobilità sostenibile, alle isole digitali, non possono non far emergere un sentimento di speranza agli occhi di un provinciale come me, che con occhi colmi di orgoglio nazionale, vede finalmente progresso, innovazione, modernità cambiare la faccia di luoghi e in qualche modo anche il DNA culturale di chi vive ed abita in una città che sembra davvero appartenere all’Europa. Purtroppo Milano è un vaso di pandora e se sul fondo c’e’ la speranza, la fiducia e la passione di molti che riescono a scorgere il futuro tra le strade e nei luoghi cittadini, non puoi non interrogarti su quella ipocrisia tutta italiana che abbina, la voglia dirompete di legalità, trasparenza, giustizia, agli infiniti e continui scandali, che attraverso quelle stesse strade e che in parallelo congelano il moto di rinnovamento sperato e a tratti intravisto.
L’Expo 2015 è ancora la più grande occasione che questo paese poteva cogliere e anche se molto è andato irrimediabilmente sprecato, nei ritardi, negli sprechi, negli appalti truccati, resta ancora tutta l’energia e la forza propulsiva non solo dell’evento, ma dei tanti giovani italiani, delle nostre imprese di eccellenza e di quella positiva cultura tutta nostrana che sta innovando nella tradizione local interi settori, in primis quello agroalimentare che candidano non solo in e per quest’anno il paese, ma soprattutto per il domani, l’Italia a nuovo simbolo e portavoce di un rinascimento industriale fatto di PMI, recupero di territori, di patrimoni morali e di uomini e donne che giustamente stanno creando Futuro.
Quindi come finire, se non con un anelito di speranza, il 2015 probabilmente se saremo tutti coerenti, capaci e testardi non sarà la fine di un esperienza straordinaria come quella che stiamo vivendo con l’Expo, ma l’inizio di un percorso che vedrà a noi piacendo l’Italia rinascere, anche dalle sue ceneri morali ed industriali e ritornare su alcuni temi centrali il centro di un Mondo, più a misura di uomo e forse più sostenibile per noi e le future generazioni.”
Confapi
La CONFAPI, Confederazione italiana della piccola e media industria privata, è nata nel 1947 e rappresenta oggi gli interessi di oltre 94.000 imprese manifatturiere, con circa 900.000 lavoratori dipendenti. La CONFAPI opera con mezzi e finalità che rispecchiano la filosofia di gestione di una PMI. Infatti, le risorse umane nelle piccole e medie imprese, rispetto alle grandi aziende, sono maggiormente valorizzate grazie a una collaborazione più stretta e un’attività professionale più prossima all’imprenditorialità. La peculiarità degli interessi e delle modalità di sviluppo dell’impresa piccola e media è una ricchezza del sistema produttivo italiano: adattabilità e flessibilità sono le qualità salienti dell’azienda italiana, modello di riferimento anche per altri Paesi. La CONFAPI, in oltre sessant’anni di storia, ha contribuito allo sviluppo delle PMI, supportandole in tutte le scelte dettate dal mutare degli orizzonti economici.
CONFAPI è una parte sociale riconosciuta e come tale svolge funzione di rappresentanza dell’identità, degli interessi e delle aspettative della piccola e media industria italiana. Per poter espletare tale funzione – che prevede interventi di consultazione, progettazione e programmazione nell’ambito di organismi tecnici e politici – CONFAPI è presente con propri rappresentanti in molteplici istituzioni, enti e organi della pubblica amministrazione italiana. Vede come sue associate delle organizzazioni provinciali e regionali in tutte le 20 regioni d’Italia, ed è dal 2013 un membro di CEA-PME.