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IL à‡AY DI ATATàœRK COLORA I DIRITTI DEI CURDI

Destinazione Kobane Giorno 2 – Diario di viaggio di Coop Noncello

Pordenone – Kobane

Il Newroz, la festa proibita per anni in cui si festeggia il capodanno, è stata un bagno di folla dalla mattina al tramonto. Prosegue il diario di viaggio di Coop Noncello verso Kobane, racconto anche per immagini, Stefano Mantovani e Alvise Rossi di Coop Noncello, e di Lucia Zaghet della Scuola sperimentale dell’Attore di Pordenone. Seguito giorno per giorno dal quotidiano nazionale online di Legacoopsociali www.nelpaese.it, il giorno 2 del diario ci racconta come “in tutti questi anni festeggiare il Newroz in piazza significava scontri con la polizia, arresti, feriti, talvolta morti. Anche in questo modo i kurdi si sono riconquistati il diritto di esistere come tali”. E’ la festa del capodanno di un popolo che ha sconfitto l'Isis. (Fabio Della Pietra)

Urfa 19 marzo 2015 – h 19:00
diario del giorno – Newroz

Fino a circa 30 anni fa, forse meno, non sapevamo nulla della loro esistenza. Alcuni dicevano che i turchi di montagna erano chiamati Kurdi.
Che la loro storia non avesse nulla a che fare con la Turchia ma fosse una storia a sè, lo abbiamo scoperto di recente, grazie soprattutto alle politiche nazional-progressiste della Turchia, da Ataturk in poi.
Queste politiche, basate sull'unità e la standardizzazione dello stato – nazione, hanno determinato la repressione dell'identità Kurda: dalla lingua al folklore.
Il Newroz è la festa per anni proibita in cui si festeggia il capodanno. In tutti questi anni festeggiare il Newroz in piazza significava scontri con la polizia, arresti, feriti, talvolta morti. Anche in questo modo i kurdi si sono riconquistati il diritto di esistere come tali, anno dopo anno rivendicando l'identità in uno spazio comune.
Questa volta davo per scontato che la polizia turca avrebbe tenuto un profilo basso, tra repressione e provocazioni. Nella situazione attuale, specialmente nelle aree prossime al confine siriano, è preferibile evitare l'apertura di ulteriori tensioni.
Avremmo dovuto spostarci fino a Diyarbakir ma per scelte logistiche siamo andati al Newroz di Urfa.

Polizia, blindati e militari armati ovviamente non mancavano, presenti in massa ma rimasti in disparte.
Il Newroz è stato un bagno di folla dalla mattina al tramonto (17 circa ora locale).
La presenza era variegata e calorosa, ma soprattutto colorata. Non so veramente come descrivere quello che abbiamo visto e vissuto in quanto c'era ben poco di strutturato nella gestione dell'evento, se non l'accensione di un falò prima del tramonto. Il classico saluto all'inverno, comune a molte culture.
Le persone avvolte dai loro colori e costumi si aggregano spontaneamente e ballano al ritmo di uno o due tamburi ed al suono dello zunra, uno strumento a fiato a doppia ancia simile alla bombarda.

Noi? ospiti molto graditi.
Anche qui mi son sentito più accettato, desiderato, voluto che a casa. In molti ci venivano incontro per chiederci chi eravamo, per farsi poi foto con noi e offrirci da bere (rigorosamente chaj) e da mangiare.
Non aggiungo altre cose lascio descrivere, per quello che sarà possibile le foto che allego.
Intanto mi avvio all'assemblea serale per l'organizzazione delle prossime giornate. Soprattuto per capire se ci sono risposte da parte della polizia turca rispetto alla possibilità di entrare in delegazione a Kobane.

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Fabio Della Pietra

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