La fine di Salvini e l’inutile leggerezza dell’essere del Partito Democratico

Matteo Salvini si avvia velocemente a rinunciare, ob torto collo, al decollo. Mai decollato e quindi già con i piedi per terra. I suoi piedi andranno addirittura a finire sotto terra se Tosi vincerà le regionali. Va bene, ce ne faremo una ragione. In fondo non è proprio di una deriva di ultra destra e separatista che il paese ha bisogno. La minoranza PD poi, ha dello stupefacente. Si mettono a disquisire in punta di ideologia per un emendamento si ed uno no. Stupefacenti gli ammiragli, e sono proprio tanti, che nella minoranza dicono di non essere d'accordo e minacciano il proprio segretario di staccargli la spina. Bersani, è come il comandante della nave che, in alta uniforme, suona l'allarme per salvare la nave ed i passeggeri dal naufragio però pretende che tutti indossino l'abito da sera prima si salire sulle scialuppe di salvataggio. Guardate, qui non si tratta di essere pro o contro Renzi, pro o contro Berlusconi, si tratta di fare subito qualcosa per salvare il paese. Qui non si rendono conto che siamo combinati come se non peggio della Grecia. Altro che chiacchiericci di potere e sacche di partito che sparlano ore, giorni e mesi interi sul sesso degli angeli. Carissimi, portiamo la nave all'asciutto. Salviamo ciò che è necessario, costo la vita, senza perdere ulteriore tempo. Quando poi saremo salvi e calmi, quando avremo tempo di lavarci la faccia e cambiare i calzini, solo allora Bersani e company potranno avere il tempo di dire e continuare a parlare a vanvera adducendo democrazie e parlamentarismi demagogici.

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