di Rainero Schembri
Creare un Nuovo Stato Sociale non significa puntare su un Nuovo Stato Assistenziale. La differenza è sostanziale. Nello Stato Assistenziale ci sono delle persone che sopravvivono solo grazie alla carità dei loro simili. Quindi si trovano in una situazione umiliante da un punto di vista fisico, psichico e morale. Sono costrette a dire sempre grazie per poter soddisfare i loro bisogni essenziali ai quali hanno invece diritto come cittadini.
Cosa s’intende, infatti, per diritto a guadagnare il minimo necessario per vivere, o almeno sopravvivere, dignitosamente?
Significa che chiunque lo desideri o ne abbia bisogno deve avere dallo Stato la possibilità di eseguire immediatamente dei lavori socialmente utili retribuiti. Il compenso, anche se contenuto, dovrà in ogni caso essere sufficiente a soddisfare i bisogni essenziali e non dovrà essere tassato o caricato di oneri sociali e previdenziali.
Inoltre, non potrà essere erogato da privati o utilizzato per lavori che non abbiano finalità sociali. E non potrà essere cumulabile, ad esempio, con una pensione sociale di qualsiasi natura o con sussidi vari. Discorso a parte va fatto naturalmente per gli anziani, per le persone disabili o comunque impossibilitate a esercitare una qualsiasi attività: per tutti coloro ogni forma di assistenza sociale va necessariamente erogata senza obblighi di prestazioni lavorative.
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