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Ho regalato un libro al Papa, e nessuno mi ha ringraziato. Che peccato!

Il Papa ha regalato un libro ai fedeli in Piazza San Pietro e ha detto loro: “Ho pensato di regalare a voi che siete qui in piazza un piccolo libretto tascabile. Questo libretto raccoglie alcuni insegnamenti di Gesù e i contenuti essenziali della nostra fede, come ad esempio i sette sacramenti, i doni dello Spirito Santo, i dieci comandamenti, le virtù, le opere di misericordia… Prendete un libretto ciascuno e portatelo con voi”. Sicuramente i fedeli avranno detto grazie al Papa. Nessuno ha ringraziato me, invece, quando, quasi un anno fa, ho pensato d’inviare in regalo al Papa un mio libro. Neppure coloro che sono incaricati di gestire la corrispondenza indirizzata al Papa, mi hanno ringraziato. E dire che ci avevo messo tanto di dedica, e nel timore che andasse perduto, l’ho inviato a mezzo raccomandata (n. 13961301414-1 – 10 marzo 2014). Niente, neppure l’ombra di un cenno di ricevimento del plico. Neppure l’ombra di piccolissimo “grazie”. Niente. A questo punto qualcuno, incuriosito, vorrà sapere il titolo del libro. Ma io non ve la tolgo la curiosità. Vi dico solo che mi venne in mente di regalare il mio libro al Papa quando disse che alcuni veggenti considerano la Madonna come “un capoufficio della Posta”, che “il regno di Dio è in mezzo a noi” e che “non bisogna cercare cose strane”. Il mio libro contiene concetti analoghi. Per questo glielo inviai. Signori religiosi dell’Ufficio addetto alla corrispondenza del Papa, che cosa ne avete fatto del volume? Se non glielo avete consegnato, cosa assai antipatica, sareste così gentili da restituirmelo?

Renato Pierri

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