Roma, 09.01.2014 prot. 03
All’On.le dott. Sergio Mattarella
Presidente della Repubblica Italiana
Oggetto: AUGURI.
Anche a nome dei Colleghi della direzione nazionale e dei Segretari regionali, in Italia ed all’estero, Le porgo l’augurio migliore e più sincero per l’alto compito che Le è stato affidato.
Abbiamo con interesse ed attenzione seguito il Suo discorso di insediamento dinanzi al Parlamento ed abbiamo apprezzato. in modo particolare. le significative espressioni di impegno per l’unità e l’equità sociale ed il saluto rivolto alle nostre Comunità all’estero ed agli stranieri che vivono in Italia.
Certamente sa che gli Italiani all’estero – oltre cinquanta milioni che amano l’Italia e vorrebbero essere meglio considerati – si sentono abbandonati, dimenticati, trascurati, discriminati ed attendono conoscere quale sarà il loro ruolo con la imminente riforma Istituzionale.
Nell’aprile, in forza della legge n. 190/14, gli Italiani all’estero si apprestano a rinnovare i Comites, istituiti ai sensi della legge 286/2003,
Le disposizioni attuative – difficilmente condivisibili, forse ai limiti della rispondenza alla norma – hanno determinato nel marzo 2014 un’adesione inferiore al 6%, in molte città, non consentendo addirittura la presentazione delle liste per la mancanza di informazioni, vanno opportunamente adeguate al fine di consentire una maggiore partecipazione, con l’utilizzo di soluzioni nuove, come il voto elettronico, ben al di là di sistemi superati che, anche di recente, sono stati all’origine di disagi se non addirittura di alterazione risultati.
Signor Presidente, non desidero intrattenerLa oltre se non per esprimere il forte auspicio che Ella voglia ricevere una delegazione dell’AITEF, onde consentirci di manifestarLe personalmente i sentimenti di apprezzamento e di fiducia che riponiamo, insieme all’augurio più vivo, insieme a noi, di una vasta rappresentanza di italiani all’estero.
La ringrazio per l’attenzione ed anche a nome dei Colleghi tutti, Le porgo, un vivissimo deferente e cordiale saluto.
GRAZIE. Buon lavoro
Giuseppe Abbati
