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Il normale in un Paese anomalo è un’anomalia

Divertentissimo, Marco Travaglio, nel mettere alla berlina giornalisti d’importanti quotidiani, che si sono adoperati nel dipingere il nuovo Presidente della Repubblica come un uomo normale. In realtà, è abbastanza normale che in un Paese dove tutto è anomalo, il “normale” stupisca, meravigli, e sia considerato cosa rara e preziosa. Il normale, in un Paese anomalo, è un’anomalia. A me ha stupito moltissimo, ad esempio, una persona normale che lavora al Campidoglio. Tutti sanno, specialmente alla luce degli ultimi fatti accaduti, che il Comune della Capitale non è un Comune normale. Ebbene, il Responsabile dell’Ufficio Rapporti con i cittadini, è una persona normale, al punto da rispondere ad una mia mail nel giro di un paio d’ore. Al punto da interessarsi ripetutamente e con insistenza affinché le richieste che gli pervengono sia soddisfatte. S’interessa, s’interessa, si adopera in mille modi, ma essendo persona normale in un ambiente anomalo, si trova nella scomoda posizione del dipendente pubblico che vuole dare delle risposte (perché ritiene sia un suo dovere) e non riesce a dare delle risposte. E così, segnalazioni di piccole e grandi cose, come una ringhiera pericolante erosa dalla ruggine, in via A. Mammucari, 25 (Edilizia Popolare), conguagli di spese condominiali arretrati di ben sei anni, gravosissimi per gli inquilini, cadono nel vuoto. Speriamo che il normale Presidente della Repubblica non venga a trovarsi nella stessa situazione del signore normale che lavora al Campidoglio.

Renato Pierri

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