DUE VITTIME DEL RAZZISMO

In questo periodo nel nostro Paese sembrano emergere forme di razzismo nei confronti degli immigrati che arrivano dagli Stati africani e nordorientali. Spesso vengono incolpati di numerosi crimini, anche ingiustamente, e fungono da capro espiatorio per i problemi dell’Italia: la crisi economica, l’aumento dei furti, l’incremento di atti di violenza sono solo alcune delle colpe che vengono normalmente imputate a queste persone.
A volte ci scordiamo del nostro passato e di quando anche noi eravamo costretti a fuggire dal nostro Paese per trovare lavoro all’estero, in particolar modo nel nord Europa e negli Stati Uniti; purtroppo gli italiani hanno patito davvero tanto e in molti casi hanno subito gravi episodi di razzismo che hanno complicato la loro permanenza oltreoceano.
Il caso più noto è quello di Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due immigrati italiani negli States condannati a morte per un omicidio che non avevano commesso.
Entrambi costretti a lasciare il Bel Paese in cerca di condizioni di vita migliori, i due si incontrarono nel 1916 ed entrarono a far parte di un gruppo anarchico italoamericano dopo aver partecipato attivamente a varie proteste operaie.
Una volta fuggiti in Messico per evitare la chiamata alle armi della Prima guerra mondiale, i due iniziarono a essere seguiti dall’intelligence americana. Insieme a loro era controllato anche il un loro amico Andrea Salsedo, che fu poi ucciso dalla polizia.
Per fare luce su questo caso, Sacco e Vanzetti organizzarono un comizio che venne impedito; pochi giorni dopo vennero arrestati per l’omicidio di un cassiere in seguito a una rapina.
Da lì iniziò un processo condizionato sia dai pregiudizi sugli italiani (che venivano considerati mafiosi) sia dalla volontà di punire in maniera severa degli anarchici (negli USA era molto forte la “paura rossa” e anche gli anarchici erano visti come potenziali nemici).
In seguito alla condanna ci furono manifestazioni di solidarietà a Boston per ben dieci giorni; anche Mussolini, da poco Presidente del Consiglio, si adoperò per i due sebbene fossero dichiaratamente anarchici. Inoltre ricevettero l’appoggio di un folto gruppo di intellettuali, tra cui Albert Einstein.
Nonostante l’aiuto e il sostegno fosse di giorno in giorno maggiore, il governatore non concesse la grazia e Sacco e Vanzetti furono giustiziati il 23 agosto 1927.
La loro esecuzione scatenò proteste anarchiche in tutto il mondo e fu visto da parte dell’opinione pubblica
come un atto di razzismo.
Il 23 agosto 1977, il governatore del Massachusetts assolse i due uomini dall’omicidio affermando che ogni stigma e ogni onta sul loro conto dovevano essere cancellate.
A loro furono dedicate numerose opere e canzoni, senza dubbio la più famosa è The Ballad of Nick & Bart di Ennio Morricone cantata da Joan Baez.
Questa vicenda ci dovrebbe far riflettere e ci dovrebbe far capire che quello che abbiamo subito tanti anni fa in America, lo stanno subendo gli immigrati sul nostro territorio ora: come non è vero che gli italiani sono tutti mafiosi, è altrettanto vero che i rom non sono tutti ladri e gli africani spacciatori.
Da un popolo come il nostro che ha sofferto tanto ci dovrebbe essere più compassione verso queste persone che cercano di migliorare il loro modo di vivere

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