Quanta confusione è stata fatta sulle vignette di Charlie Hebdo!

Calmatosi un poco il fiume irruento di discussioni sulle vignette di Charlie Hebdo, giacché la confusione è stata grande, vorrei tentare di fare un po’ di chiarezza. Qualcuno ha parlato di arte, qualcuno ha tirato in ballo Voltaire, e c’è che ha avuto il coraggio di tirare in ballo Gesù Cristo che subì violenze verbali e fisiche e implorò il perdono per i suoi carnefici. Ma si può? Proprio il Cristo che predicò l’amore per il prossimo, il rispetto per il prossimo? E non sono forse da condannare moralmente coloro che lo schernirono? E che cosa c’entra l’arte con oscene volgarissime vignette che raffigurano la Madonna a gambe aperte che partorisce Gesù, il Padre sodomizzato dal Figlio a sua volta sodomizzato da un triangolo che rappresenta lo Spirito Santo? Arte o solo miseria intellettuale, profonda ignoranza? Che cosa c’entra la satira contro il potere? E che cosa c’entra Voltaire con la libertà di mancare di rispetto a milioni di persone?

A questo punto salta fuori la solita confutabilissima obiezione: Non si può sparare addosso a chi pubblica vignette dileggianti le religioni. E chi ha mai sostenuto il contrario? Ma perché confondere due problemi? Primo: è giusto mancare di rispetto a milioni di persone? No. Altrimenti non dovremmo rimproverare i ragazzi che scherniscono il compagno grasso o omosessuale, magari con deliziose vignette giornaliere sulla lavagna. Secondo: è giusto che chi sente offeso reagisca con la violenza? No, non è giusto, la sappiamo che non è giusto. Non dimentichiamo però che alle volte le parole (e perché non anche certe vignette?) sono pietre. «Anche le parole possono uccidere» (Papa Francesco – Angelus 16 febbraio 2014).

Renato Pierri

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