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Papa Francesco, la paternità  responsabile, e l’ignoranza in materia religiosa

Papa Francesco ha detto: “Alcuni credono, scusatemi la parola, che per essere buoni cattolici dobbiamo essere come i conigli. No. Paternità responsabile. Io credo che il numero di 3 per famiglia sia quello che gli esperti ritengono importante per mantenere la procreazione, 3 per coppia”. E tutti si stupiscono, e uno dei quotidiani più diffusi se n’esce col titolo: “La svolta del Papa sulla paternità”. Ma quale svolta? E’ quasi mezzo secolo che la Chiesa parla di paternità responsabile. Se ne parla ampiamente, ad esempio, nella lettera enciclica “Humanae vitae” di Paolo VI, data a Roma il 25 luglio dell’anno 1968. Ora, capisco che non tutti leggono le lettere encicliche, ma a consigliare la paternità responsabile agli sposi è anche l’attuale Catechismo della Chiesa Cattolica. Purtroppo la Chiesa, ma anche il nostro caro Papa Francesco restano un po’ fuori dalla realtà della vita, quando danno un consiglio, ma non le giuste indicazioni per metterlo in pratica. Paolo VI, infatti, e di conseguenza anche il Catechismo, si basano su ragionamenti di lana caprina, arrampicamenti sugli specchi, per vietare l’unico mezzo efficace per evitare gravidanze indesiderate. E oggi Papa Francesco se l’è cavata dicendo “E per questo nella Chiesa ci sono i gruppi matrimoniali, gli esperti, i pastori. Si cerca… E io conosco tante vie di uscita, lecite, che hanno aiutato a questo problema”. E questo, per non smentire i suoi predecessori e non dire chiaramente che il ricorso ai contraccettivi è cosa buona e giustissima. Il fine non giustifica i mezzi, qualora i mezzi sia perniciosi. Ma il ricorso ai contraccettivi è mezzo innocuo e il fine, la paternità responsabile, è buonissimo qualora si vogliano evitare gravidanze indesiderate. Buonissimo dopo aver messo al mondo tre figli, per stare al consiglio del Papa.

Miriam Della Croce

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