Napolitano si è dimesso. Ora la corsa per il Quirinale. Pd: obiettivo è l’elezione al 4° o 5° scrutinio

Il presidente della Repubblica ha firmato pochi minuti fa la lettera di dimissioni che sarà a breve consegnata dal segretario generale Donato Marra ai presidenti delle Camere e al presidente del Consiglio. Giorgio Napolitano lascia il Quirinale dopo quasi nove anni di mandato. Si apre così ufficialmente la corsa al suo successore. Il presidente del Senato Piero Grasso svolgerà per il tempo necessario le funzioni di capo dello Stato. Renzi auspica che il futuro presidente sia – ha detto – “un arbitro di alto livello”.

Ha firmato questa mattina – “Napolitano ha firmato questa mattina, alle ore 10.35 – si legge in una nota del Quirinale – l'atto di dimissioni dalla carica. Il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Donato Marra, sta provvedendo a darne ufficiale comunicazione ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati e al Presidente del Consiglio dei Ministri”.

Napolitano: “Contento di tornare a casa” – L'inquilino del Quirinale del resto sembrava ormai attendere quel momento. “Certo che sono contento di tornare a casa!”. C'è un che di liberatorio in questa ammissione che Giorgio Napolitano consegna con franchezza ad una bambina che a piazza del Quirinale con candore gli chiede se non gli dispiacesse un pò lasciare un così bel palazzo. Il presidente della Repubblica uscente non ha mai nascosto il peso dell'età e le difficoltà crescenti a portare avanti i “gravosi” compiti richiesti dalla guida del Quirinale e spiega con semplicità che al palazzo dei papi “sì, si sta bene, è tutto molto bello ma si sta troppo chiusi, si esce poco”. “Quasi una prigione”, aggiunge forse pensando alla sua amatissima casa al rione Monti dove rientrerà finalmente oggi dopo quasi nove anni passati al Colle. E a Monti (pochi passi dal Quirinale) sarà festa per il rientro del vicino illustre.

Il suo ultimo messaggio – E' stato il presidente delle riforme a tutti i costi, elegante e “pignolo”, come egli stesso ha confermato. Attento ad ogni dettaglio, lavoratore instancabile, profondo conoscitore della vita parlamentare e delle dinamiche politiche dell'intera storia repubblicana, Giorgio Napolitano firmerà di suo pugno le dimissioni che poi viaggeranno, portate personalmente dal segretario generale Donato Marra (per nove anni l'ombra del presidente), tra il Senato, la Camera e palazzo Chigi. E il suo ultimo messaggio agli italiani non poteva che essere nel solco del suo granitico “credo”: unità del paese e riforme. Gli italiani, ha ripetuto stamattina, siano “sereni” per il futuro e soprattutto “molto consapevoli della necessita', pur nella liberta' di discussione politica e di dialettica parlamentare, della necessita' di un Paese che sappia ritrovare, di fronte alle questioni decisive e nei momenti piu' critici, la sua fondamentale unita”.

Serracchiani: “Obiettivo del Pd elezione al quarto o quinto scrutinio” – L'obiettivo del Pd è arrivare all'elezione del futuro presidente della Repubblica “in tempi ragionevoli, al quarto o quinto scrutinio anche se non vogliamo dare numeri”. A dichiararlo il vicesegretario del Pd Deborah Serracchiani, al termine della segreteria, che conferma il timing per riuscire a mettere a segno la partita del Colle.

14 gennaio 2015

Redazione Tiscali

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