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Le parole di papa Francesco e di papa Ratzinger in contrasto con la clausura

Papa Francesco durante Messa mattutina a Casa Santa Marta, la prima dell’anno 2015, ha sottolineato che l’amore cristiano è fatto di opere concrete, non parole. Ed ha ribadito che per conoscere Dio non basta l’intelletto, è necessario l’amore. “Ma come posso amare quello che non conosco? Ama quelli che tu hai vicino. E questa è la dottrina di due Comandamenti: Il più importante è amare Dio, perché Lui è amore. Ma il secondo è amare il prossimo, ma per arrivare al primo dobbiamo salire per gli scalini del secondo: cioè attraverso l’amore al prossimo arriviamo a conoscere Dio, che è amore”.

Benedetto XVI nell'Enciclica Deus caritas est al n. 18: «Se però nella mia vita tralascio completamente l'attenzione per l'altro, volendo essere solamente «pio» e compiere i miei «doveri religiosi», allora s'inaridisce anche il rapporto con Dio. Allora questo rapporto è soltanto «corretto», ma senza amore. Solo la mia disponibilità ad andare incontro al prossimo, a mostrargli amore, mi rende sensibile anche di fronte a Dio…Amore di Dio e amore del prossimo sono inseparabili, sono un unico comandamento…Così non si tratta più di un «comandamento» dall'esterno che ci impone l'impossibile, bensì di un'esperienza dell'amore donata dall'interno, un amore che, per sua natura, deve essere ulteriormente partecipato ad altri».

Ora, è chiaro che l'amore per il prossimo tra le mura di un monastero è solamente pura astrazione: allontanarsi dal prossimo, separarsi da esso e “partecipargli” amore è contraddittorio. Del resto, basta ricordare la parabola del buon Samaritano (Lc 10,25s); una monaca di clausura non avrebbe alcuna possibilità di soccorrere il malcapitato percosso dai briganti, per il semplice motivo che non passerebbe mai per quella strada. E sarebbe sciocco pensare che quando il Signore disse agli apostoli: «Se dunque io, il Signore e il maestro, vi ho lavato i piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri» (Gv 13,14), intendesse che Pietro dovesse “lavare i piedi” a Giovanni, Giacomo a Tommaso, e via di seguito reciprocamente, separandosi dal mondo.

Renato Pierri

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