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La libertà  d’espressione deve tener conto della responsabilità 

Il massacro compiuto a Parigi, assurdo, inconcepibile, da condannare senza nessuna esitazione, ci tocca così profondamente da far sì che i sentimenti abbiano facilmente il sopravvento sulla ragione. E’ ovvio che non c’è nessuna scusa per chi all’offesa reagisce con terribile inaudita violenza, ma perché non si vuole prendere atto della realtà? Che oggi esistano persone disposte ad uccidere in nome di Allah, come una volta i cristiani uccidevano in nome di Dio, è una certezza, un fatto. Ora, ammesso che la libertà di burlarsi di Gesù o di Dio, di Maometto o di Allah sia cosa giusta e buona e ragionevole, se non è necessario perché devo esercitare tale libertà, sapendo così di mettere a repentaglio non solo la mia vita, ma anche quella dei miei familiari, degli amici, dei concittadini? Ha senso se, ripeto, non è necessario? In questo caso l’esercizio della libertà deve tener conto della responsabilità e della razionalità. E dettati dal sentimento e non dalla ragione sono tanti titoli di giornali analoghi al seguente: “Questo è l’islam”. No: questo è il fanatismo di alcuni islamici.

Miriam Della Croce

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