CATANIA: RACCOLTA DIFFERENZIATA ANNO ZERO, CONDANNATA DA SE STESSA A RIMANERE ULTIMA IN ITALIA

RACCOLTA DIFFERENZIATA ‘PORTA A PORTA’: BASTA INUTILI ESPERIMENTI DI SI PARTA SUBITO COINVOLGENDO L’INTERA CITTA’ O NON SI ARRIVERA’ AL 65% NEMMENO NEL PROSSIMO DECENNIO

PIU’ RACCOLTA DIFFERENZIATA MENO TARSU PER TUTTI E MENO INQUINAMENTO

Raccolta differenziata anno zero: Catania condannata dal Governo comunale a rimanere ultima in Italia scegliendo contro ogni logica razionale di ritornare al passato.

L’ Amministrazione, pochi mesi addietro dopo l’ennesima condanna da parte delle varie statistiche nazionali (che ci danno tutte tra il l’8 e il 9% di differenziata raccolta tra le più basse in Italia) che non lasciano scampo a chi voglia nascondersi dietro un dito, aveva assicurato che nel 2015 sarebbe iniziata la raccolta differenziata ‘porta a porta’ in una larga parte della città ma così non sarà spostando ancora il tutto al 2016, se vogliamo dare conto alla conferenza stampa promossa dal Sindaco Bianco e dall’Assessore all’Ambiente..

Forse si realizzerà la solita infinita ed inutile sperimentazione (si pensa di coinvolgere solamente 600 famiglie e alcun palazzo, da ridere se la differenziata non fosse una cosa seria!) già peraltro ‘sperimentata’ in più larga scala, coinvolgendo migliaia di famiglie e centinai di palazzi, dai Sindaci che si sono susseguiti negli ultimi anni senza mai arrivare a nulla di concreto, in quanto mancherebbe una cultura politica ambientalista da parte di chi governa da tempo questa città , che significherebbe per le casse comunali risparmiare milioni di euro per la raccolta e il conseguente conferimento nelle discariche private e l’abbassamento consequenziale della tassa sui rifiuti (TARSU) che i cittadini visto come vanno le cose saranno condannati a pagare ancora per altri anni. Quando invece entro il 2015 i Comuni avrebbero avuto l’obbligo di portare la raccolta differenziata al 65% del totale rifiuti. Ovvero trasformare i rifiuti buttati irresponsabilmente nelle discariche (vere e proprio industrie insalubri, alcune prossime alla chiusura, spesso gestite al limite della legalità, al centro di indagini della procura e alcune commissariate come la IPI-OIKOS che serve anche il Comune di Catania) in risorse da riciclare e dunque in introiti per gli stessi Comuni a benefico dei loro cittadini. Forse si ci arriverà, volontà e fondi permettendo, solo nel prossimo decennio a raggiungere il 65%? E non è precisamente una provocazione!

Dunque il Comune di Catania anche per il 2015 non supererà la inconsistente percentuale di raccolta differenziata che da anni si sussegue senza alcun miglioramento ovvero resterà ferma al 9% mentre tantissime città italiane da tempo hanno anche superato il 65% per cento previsto dalla normativa vigente ed è da costoro che l’Amministrazione dovrebbe prendere esempio e smetterla con l’escamotage risibile dell’ ennesima sperimentazione affinché da subito i rifiuti si trasformino in risorsa e tali risorse in un consistente risparmio per i cittadini già peraltro sovraccaricati dalle numerose tasse.

Il fallimento di una città si misura dall’efficienza nelle risposte ambientali come la raccolta di rifiuti differenziati, dall’abbassamento consistente del mortale inquinamento da smog (vedi la soppressione delle centraline di rilevamento e la totale assenza di iniziative atte a limitare il traffico ingresso e dentro al città) provocato dal caos del traffico veicolare, dall’aumento delle zone pedonali ad auto zero e a traffico limitato, alla cure e all’aumento del verde pro capite e la cura e gestione di quello presente, alla conservazione delle aree agricole e naturali, oltre che alla qualità della vita e la sicurezza ambientale e urbanistica nei quartieri storici, moderni e periferici questi non più abbandonati a se stessi.

Alfio Lisi

Portavoce

Free Green

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