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Audizione della delegazione della Resistenza iraniana alla commissione degli affari esteri del Senato. Messaggio di Maryam Rajavi

Illustri Senatori della Repubblica italiana, membri della Commissione degli affari esteri e della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani
presidente Paolo Corsini
presidente Luigi Manconi

cari amici
Voglio innanzitutto ringraziarvi di cuore per la vostra attenzione sulla materia dei Diritti Umani in Iran.
Oggi la violazione dei diritti umani è lo strumento principale attraverso cui il regime teocratico iraniano mette in crisi tutta la Regione e il mondo intero. Sia per la produzione delle armi nucleari, che per l’esportazione del terrorismo e l’occupazione di Iraq, Siria Yemen e Libano il regime dei mullà rimane una minaccia.
Dopo 18 mesi dall’insediamento di Rouhani si è palesato l’inganno del moderatismo ed oggi è chiaro a tutti che l’oppressione in Iran è aumentata. In questo periodo in Iran ci sono state almeno 1200 impiccagioni e centinaia i casi di sfregio con l’acido ai volti delle donne. Rouhani ha sostenuto tutto questo in nome della “legge”.
Il popolo iraniano non ha il diritto a eleggere i suoi governanti e una casta di mullà, moderni satrapi, si spartiscono il potere. Le risorse economiche fondamentalmente sono a disposizione del Corpo dei pasdaran e ciò che rimane alla popolazione è la povertà assoluta: secondo le stesse fonti di regime, in Iran ci sono 12 milioni di persone povere.
A causa della intrinseca misoginia del regime, le donne iraniane sono fortemente discriminate e le bande paramilitari, in seguito ad una nuova legge, reprimono donne e giovani in strada. In Iran le minoranze etniche e religiose subiscono continuamente discriminazioni e vengono violentemente represse. Ci sono decine di persone in carcere in attesa di essere impiccate perché sunniti. A settembre hanno impiccato un uomo per la sua diversa interpretazione del Corano. L’Iran è un immenso carcere per i giornalisti. Molti sono sbattuti in prigione per le loro attività sui social network. Molti sono stati uccisi per i loro scritti sui blog, come il blogger Sattar Beheshti,.
In Iraq il primo ministro al-Maliki, al soldo di Khamenei, in 6 attacchi violenti ha ucciso 116 rifugiati membri dei Mojahedin del popolo, ha preso in ostaggio 7 persone, di cui 6 donne, e ferito oltre 1400 rifugiati. I rifugiati, membri dei Mojahedin del popolo iraniano, da 6 anni si trovano in stato di assedio ad Ashraf e a Liberty, dove non hanno il diritto di uscire dal campo o visitare i loro famigliari o ricevere gli avvocati difensori. Sono fatti oggetto di maltrattamenti, come la severa sanzione sanitaria che ha prodotto 22 vittime, e l’assillante disturbo provocato dalle grida emesse da potenti altoparlanti che trasmettono 24 ore su 24.
La domanda è perché il regime teocratico iraniano esercita queste violente aggressioni nei confronti del popolo? Perché sente il pericolo della esplosione del malcontento generale della popolazione iraniana. In realtà la perpetua violazione dei diritti umani è la guerra del regime contro la sua popolazione. I governi occidentali purtroppo tacciono o peggio per i profitti economici e per strappare la firma sull’accordo sul nucleare chiudono gli occhi su questa mole di crimini. Senza rendersi conto che sacrificare la materia dei diritti umani è uno stimolo per il regime ad intensificare la sua politica di oppressione.
L’oppressione, la violazione dei diritti umani e la politica espansionistica nella Regione, ma è la repressione è la componente principale, fanno parte inscindibile della strategia del regime religioso per tenersi in sella. Finché il regime iraniano non sarà costretto a porre fine alle impiccagioni non smetterà la produzione di armi nucleari. Finché la dittatura teocratica iraniana non verrà ripudiata la violazione dei diritti umani non interromperà l’esportazione del terrorismo in Medio Oriente.
Perciò il popolo iraniano aspetta che l’Italia intraprenda la leadership di una nuova iniziativa per la difesa dei diritti umani nell’Unione Europea in modo che:
•ogni rapporto politico o commerciale sia condizionato al miglioramento della situazione dei diritti umani, in particolare all’arresto delle impiccagioni;
•i responsabili di questi atti criminali, i capi del regime, siano messi di fronte alla giustizia;
•il regime iraniano sia obbligato a effettuare integralmente tutte le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, compresi la sospensione dell’arricchimento dell’uranio e l’accettazione delle ispezioni internazionali in tutti i siti sospetti;
• siano abolite le sanzioni su Camp Liberty e in particolare quella sanitaria che è la più disumana e che sia trasferire la responsabilità del Camp Liberty alle istituzioni e personalità irachene indipendenti dal regime iraniano.
Cari amici,
siamo alla vigilia del Natale, della nascita di Gesù Cristo, messaggero di Pace. Vorrei darvi gli auguri più sinceri e appellarmi a voi, rappresentanti del popolo italiano, affinché ispirati dal clima di pace e solidarietà sosteniate il popolo iraniano.
Grazie

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