Carceri: Lumia (Pd), fare chiarezza sui boss che lavorano nell’orto di Secondigliano

Roma, 17 dicembre 2014 – “Quali siano i motivi che hanno portato alla scelta delle persone citate tra i circa 1.000 detenuti non lavoratori che vivono in condizioni di estrema emarginazione, per coltivare il tenimento agricolo della casa circondariale di Secondigliano; se il Ministro in indirizzo intenda intervenire con appositi provvedimenti di competenza al fine di evitare che a detenuti di questo calibro possano essere fatte simili concessioni”. Sono queste le domande rivolte dal senatore del Pd Giuseppe Lumia, componente della Commissione parlamentare antimafia, con un’interrogazione presentata al Senato ed indirizzata al ministro della Giustizia Andrea Orlando.

“Dal servizio – si legge nell’interrogazione – mandato in onda il 30 novembre 2014 dalla trasmissione televisiva “Report” su Rai3 si apprende che nel carcere di Secondigliano (Napoli) sono detenuti più di 1.300 soggetti. Di questi sembrerebbe che soltanto 6 o 7 coltivino l'orto dell'istituto penitenziario. Si tratta di detenuti sottoposti al trattamento di “alta sicurezza”, per lo più ergastolani che provengono dalla criminalità organizzata come mafia, 'ndrangheta, sacra corona unita e che, in passato, sono stati sottoposti al regime del 41-bis”.


L'addetto stampa

Matteo Scirè
Cell. 3200251236

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