Divorzio e omosessualità . Concetti analoghi di autori notissimi e di un autore sconosciutissimo

Una certa soddisfazione ma anche un po’ di amarezza quando trovo nei libri di autori notissimi, suppergiù gli stessi concetti espressi da un autore sconosciutissimo come il sottoscritto. Ovviamente aumenta l’amarezza quando l’autore notissimo copia lo sconosciutissimo, come già è accaduto. Ma questa volta non è il caso, almeno credo. La Chiesa sulla peccaminosità degli atti omosessuali: “Con un uomo non giacerai come si giace con una donna: è un abominio!” (Levitico 18, 22). Vito Mancuso nel suo libro “Io amo” a pag. 149: “Anche mangiare crostacei è considerato un abominio” (Levitico 11,10). Il sottoscritto su Il Manifesto del 26 maggio 2006: “Anche mangiare bistecchine di maiale è un abominio” (Levitico 11,7). Stesso criterio per confutare le parole di san Paolo sull’omosessualità. Stesso criterio del sottoscritto: “L’ebreo di Tarso non è credibile in materia di sessualità. Fu lui, infatti, a scrivere in 1 Co 7, 1: “E’ cosa buona per l’uomo non avere contatti con donna” (Liberazione 20 marzo 2009). A pag. 140 dello stesso libro, Mancuso cita le parole del vescovo messicano Josè Raul Vera: “Coloro che dicono che un omosessuale è un malato sono loro a essere malati”. Ed ecco le parole del sottoscritto su L’Unità del 23 febbraio 2009: “Una persona è crudele, oppure sciocca e ignorante, se si permette di dire ad un omosessuale: sei malato e ti devi curare. Una persona del genere ha sicuramente bisogno di cure”. A proposito del divorzio, a pag. 138 Mancuso scrive: “«L’uomo non divida quello che l’uomo ha congiunto» (Marco 10,9 e Matteo 19,6). E’ vero, Gesù ha detto queste parole. Però ne ha dette molte altre, non tutte sempre applicabili all’esistenza concreta, e infatti alcune di esse non sono mai state prese alla lettera, ma giustamente interpretate come detti paradossali”. Il sottoscritto: “Il discorso sul divorzio, infatti, è paradossale, così come lo è il discorso riguardo alla vendetta: «Se uno ti colpisce alla guancia destra, volgigli anche la sinistra» (Mt 5,39). E qui è Gesù stesso a dimostrare il paradosso. Infatti, al servo del sommo sacerdote che gli ha dato uno schiaffo, non porge l’altra guancia, ma gli dice seccamente: «Se ho parlato male, dimostralo. E se ho parlato bene, perché mi percuoti?» (Gv 18,23)” (Politicamentecorretto.com 13 giugno 2012).

Renato Pierri

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