A Barcellona, in Spagna, due opere di Nicola Andreace in esposizione dal 12 al 13 dicembre all’evento Air Fair BCN 2014

Nicola Andreace, dopo aver esposto alcune sue opere in Spagna a Barcellona , per aver partecipato nel 1969 all’VIII Premi internacional di Buix “Joan Mirò” e nel 1971 alla III Bienal del Deporte en las Bellas Artes, ritorna quest’anno a proporre due sue creazioni nella città catalana. Invitato dalla Galleria Queen art studio di Padova, guidata intelligentemente dalla dott. Maria Grazia Todaro, l’artista massafrese partecipa dal 12 al 13 dicembre all’evento artistico internazionale Art Fair BCN 2014 di Barcellona (Spagna), presso la Casa Batllò di Gaudì in Passeig de Gràcia 43 con l’opera “Concetto di Natura” del 1986, e con l’opera “Dinamica Sociale” del 1998, già esposta quest’anno il 12 e 13 settembre ad Art Fair Rotterdam 2014. Il percorso artistico di Andreace, che, nel corso di oltre cinquant’anni di pittura, ha conosciuto vari momenti espressivi e che ha spaziato dalla pittura alla grafica, alla scultura, con periodi anche di lirismo dedicati alla poesia, sottolinea la carica di una sua vitalità ed energia, che lo ha spinto incessantemente a prestare attenzione alle nuove correnti, ma a non dimenticare i messaggi dei Maestri del passato, a produrre in una specie di multidisciplinarietà artistica, dove i vari ambiti dialogano tra loro, dando vita ad un’unica, grande vena espressiva. Ispirato sempre dal suo territorio, non ha disdegnato altri temi, che però pongono sempre al centro l’UOMO, la ricerca di verità nascoste, di valori dimenticati, di risposte a domande ancestrali riferite all’uomo e al suo umano esistere. Intendendo l’Arte come mezzo di comunicazione e conoscenza, come grande strada per riscoprire origini e identità, per superare limiti e confini, come tramite per analizzare il nostro presente, nell’opera “Concetto di Natura” il tempo e lo spazio vengono fermati per farci riflettere sul nostro mondo esterno, fatto di tracce di civiltà, di oggetti quotidiani, di vegetali, volatili, elementi della natura (il mare), raffigurati con particolari, che, decontestualizzati, assumono nuova vita. Nel dipinto, carico di accensioni e morbidezze cromatiche, come solo la natura riesce a dare e che l’artista esprime magistralmente, è sottolineato il confronto diretto tra “l'uomo e la natura”, che sono uniti, per la forza generatrice di quest’ultima, per il cibo, che ci elargisce e la bellezza che ci offre con i suoi paesaggi, siano essi marini, lacustri, montani, bellezza, spesso minacciata dall’insipienza umana, simboleggiata dal “rapace” e dal colore rosso, metafora di pericolo incombente. Con le morbide volumetrie e gli elementi figurativi Andreace racconta il mistero, che si nasconde dietro le forme ed il suo amore per l’Arte e per la VITA. Poiché è un dato di fatto che il ‘900 ha fatto strage di uomini e ambienti, e forse dei secondi più ancora dei primi, l’artista cristallizza nella sua composizione una bonaria riflessione critica sulla fisicità della natura [( fisicità, derivata dal greco füsis, è un altro nome della natura)], che mette in evidenza come in essa convivano con la bellezza, il fascino, la capacità di nutrimento ed anche la debolezza, la fragilità, la precarietà, insomma tutto ciò che la rende tanto soggetto di seduzione quanto oggetto di dissoluzione. Le immagini, che interagiscono sulla tela, sottolineano lo sperimentalismo di Andreace, fatto di evoluzioni e stratificazioni, che trasforma il colore in simbolo di energia, ma anche in allegoria della minaccia sulla qualità della vita con la sua doppia facciata di fatica e progresso, di altruismo generoso e cinico egoismo individuale. Sul fondo scuro le linee che s’intrecciano, le aperture di profondità diventano metafora dell’ignoto e dell’inconscio, segreti del cosmo, visioni dell’anima, apprensioni intense e sentite, espresse con rapidità ed immediatezza, suggerimenti a fare scelte oculate, che, rispettando la natura, potranno consentire la sopravvivenza collettiva. Anche nell’opera Dinamica sociale, Andreace esprime la speranza dell’azzeramento della superficialità, del recupero dei buoni sentimenti, quali la tolleranza, la disponibilità solidale e disinteressata verso gli altri, l’attenzione verso i giovani e gli anziani, il rispetto per la donna.”

Queste le note esplicative annotate sulla Rubrica di Lavoro da Andreace. Per “Concetto di natura” 1986, T.M. su tela cm 70×100 :“Immagini evocative , sospese in un tempo senza tempo, avvolte in una luce morbida, invitano a riflettere sul mistero che si nasconde dietro la loro forma e sull’insipienza umana che minaccia la natura”. Per “ Dinamica sociale”1998, T.M. su tela, cm.70×100 “Immagini della memoria, mescolate a simboli, lettere e forme, diventano “istanze riflessive” sui grandi temi della vita e del tempo. Nella foto una delle due opere di Andreace in esposizione.

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