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Anche il colto teologo Vito Mancuso cita impropriamente il vangelo

Nel suo ultimo libro, forse il suo libro più bello, “Io amo. Piccola filosofia dell’amore” (Garzanti), Vito Mancuso cade nell’equivoco in cui cadono moltissimi. A pag. 92 scrive: «E quanti sono nel mondo i bambini vittime della prostituzione, della pedofilia e di ogni altro tipo di sfruttamento sessuale? Solo in India si stima che vi siano un milione e duecentomila minorenni legati al giro della prostituzione e complessivamente nel mondo la stima raggiunge una cifra che supera i dieci milioni. Anche Gesù probabilmente conosceva il fenomeno, visto che se ne uscì con queste parole: “E’ inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. E’ meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! (Lc 17, 1 – 3 )». Il fatto è che quei versetti di Luca, come quelli corrispondenti di Marco e Matteo, nulla hanno da spartire con la pedofilia e la corruzione dei bambini. I piccoli, infatti, cui Gesù si riferisce non sono i bambini ma i suoi seguaci, coloro che credono in lui. Ecco come studiosi cattolici e protestanti traducono in lingua corrente il noto versetto di Luca: “Se qualcuno fa perdere la fede a una di queste persone semplici, sarebbe meglio per lui che fosse gettato in mare con una grossa pietra al collo!” (Bibbia, LDC. ABU). Questo il versetto di Matteo: “Ma se uno sarà di scandalo a uno di questi piccoli che credono in me, è meglio per lui che gli sia legata al collo una mola asinaria e sia precipitato nel fondo del mare”. Ed ecco il commento di P.Rossano: “I piccoli sono i seguaci di Cristo, senza preminenza né appoggi umani, perciò più esposti ai pericoli dello scandalo, per altro inevitabile, data la proclività al male della natura umana” (La Bibbia – Edizioni Paoline 1990). Purtroppo Gesù non accennò minimamente al peccato della pedofilia e neppure allo sfruttamento sessuale dei minori. Gesù inveiva contro i peccati del suo tempo, e nella società palestinese di allora il peccato della pedofilia era inesistente, nel senso che non se ne parlava per niente. Dico purtroppo, giacché se Gesù ne avesse parlato, probabilmente la Chiesa sarebbe stata più severa nei confronti dei sacerdoti che hanno abusato di minori, e forse anche la società avrebbe considerato da sempre con occhi diversi l’odioso reato.

Miriam Della Croce

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