Nicolas Maduro aumenta ancora il salario

di Geraldina Colotti

Venezuela. Al via il vertice dei movimenti sul cambiamento climatico

Dal pros­simo 1 dicem­bre, il sala­rio minimo aumen­terà del 15% in Vene­zuela e arri­verà a 4.889,11 boli­var (776,05 dol­lari). Que­sto è il terzo aumento deciso per decreto dal pre­si­dente della Repub­blica, Nico­las Maduro nel corso del 2014, per un rialzo totale del 68,2%. Allo stesso tempo, il buono ali­men­ta­zione asso­ciato passa da 1.297 a 2.095 boli­var. «La bor­ghe­sia – ha detto Maduro – durante i suoi ultimi 25 anni di governo ha dispo­sto solo 8 aumenti sala­riali, men­tre la rivo­lu­zione boli­va­riana ne ha decisi 28 in 15 anni. Que­sto è per noi il modello socia­li­sta che garan­ti­sce la pro­te­zione del popolo, e si basa sulla ridi­stri­bu­zione della ren­dita e la giu­sti­zia sociale».
Il sala­rio minimo vene­zue­lano è così oggi il più alto dell’America latina, sem­pre molto al di sopra della pesante infla­zione, insita nelle stor­ture eco­no­mi­che ere­di­tate e in quelle dovute al sabo­tag­gio dei poteri forti e dei grandi gruppi di oppo­si­zione. Basti vedere le ton­nel­late di pro­dotti seque­strati, dirette al mer­cato nero.
Attual­mente — ha aggiunto il pre­si­dente — «il Vene­zuela ha il livello di disoc­cu­pa­zione più basso degli ultimi quarant’anni, nono­stante la guerra eco­no­mica. La bor­ghe­sia arriva col sor­riso a dire che il nostro modello è fal­lito, e noi con costanza rico­min­ciamo a supe­rare gli osta­coli. Se vogliamo costruire una nuova società abbiamo biso­gno di una nuova classe lavo­ra­trice, por­ta­trice di una nuova morale, di una nuova cul­tura del lavoro».
Nei giorni scorsi è stato anche deciso un ulte­riore aumento di sti­pen­dio alle Forze armate, ner­ba­tura dell’unione civico-militare su cui si basa il socia­li­smo boli­va­riano. Una misura for­te­mente con­te­stata dalle destre, costrette comun­que a rin­cor­rere le poli­ti­che eco­no­mi­che decise dal governo per ero­dere con­sensi a Maduro tra le classi popo­lari. Secondo le ultime inchie­ste, l’indice di gra­di­mento del pre­si­dente è sem­pre molto ele­vato, soste­nuto dalla con­ti­nuità dei pro­getti sociali por­tata avanti dal cha­vi­smo: a par­tire dal mas­sic­cio piano di costru­zione di case popo­lari, con­se­gnate agli asse­gna­tari già accessoriate.
Inol­tre, con l’ingresso del Vene­zuela nel Con­si­glio di sicu­rezza dell’Onu, Maduro ha più peso per con­tra­stare i colpi bassi e il discre­dito dell’opposizione oltran­zi­sta a livello inter­na­zio­nale. E infine, con il nuovo ruolo che sta gio­cando il pre­si­dente colom­biano Manuel San­tos, inten­zio­nato a por­tare a solu­zione poli­tica il con­flitto sociale con le guer­ri­glie che dura da oltre mezzo secolo, vi sono stati alcuni segnali posi­tivi per disin­ne­scare piani ever­sivi e atti­vità di con­trab­bando alla frontiera.
E ieri è comin­ciato nell’isola Mar­ghe­rita (Nueva Esparta) il ver­tice dei movi­menti sociali sul cam­bia­mento cli­ma­tico. Fino al 7 novem­bre, 79 orga­niz­za­zioni non gover­na­tive e movi­menti sociali pro­ve­nienti da 45 paesi del mondo si riu­ni­scono per tro­vare una posi­zione comune e pre­sen­tarla alla Con­fe­renza di Lima tra il 1 e il 12 dicembre.

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