Sono certissima che il “pensiero” di Dio non coincida col pensiero di mons. Carrasco de Paula, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Sono certissimo che il giudizio di Gesù, se fosse presente oggi sulla terra, non coinciderebbe col giudizio di mons. Carrasco. Il monsignore, ha detto che suicidio assistito di Brittany Maynard è “un'assurdità” perché “la dignità è un'altra cosa che mettere fine alla propria vita”. Quale altra cosa è la dignità? E quale altra vita? E’ dignitoso essere straziati, sconvolti, deformati nella mente, nel corpo, nello spirito da un cancro? Il monsignore ha aggiunto: “Non giudichiamo le persone ma il gesto in sé è da condannare”. Ed è questo l’errore grave. Non guardare alla persona, ma ad un principio astratto: la vita, la vita ad ogni costo, anche se diventa insopportabile, anche se diventa il contrario della vita. E infine il monsignore ha dato una spiegazione che non è una spiegazione: “Suicidarsi è una cosa cattiva perché è dire no alla propria vita”. E perché dire no ad una vita brevissima di tormento, di dolore, ad una vita insopportabile, sarebbe cosa cattiva? Sono certissimo che il “pensiero” di Dio non coincida col pensiero del monsignore, semplicemente perché Dio ha dato all’uomo una sorta di signoria sulla propria vita: possiamo, ad esempio, sacrificarla a favore del prossimo, possiamo “darla per gli amici” (cfr Gv 15, 13). Per il Signore non è tanto importante quanto si vive, ma come si vive: se nel bene o nel male. La vita, quella terrena, possiamo anche perderla (cfr Mt 10,39). Per chi la possiede, la vita in questo mondo non ha valore assoluto (cfr Gv 12,25).
Francesca Ribeiro
