Tanto più nel momento attuale nel quale assistiamo ad una deriva etica e deontologica dei comportamenti di alcuni legali. Dobbiamo, quindi, stare attenti ad interpretare con coerenza le regole del codice deontologico.
Ci sono già troppi avvocati che vanno nelle trasmissioni televisive per vantare le proprie (pseudo) qualità, con suggerimenti e consigli su processi in corso.
C’è, inoltre, una crescita vertiginosa di pubblicità professionale non veritiera, che è accompagnata dall’esercizio dell’attività di consulenza legale sul marciapiede, utilizzando i cd. “negozi di strada”.
Sono questi comportamenti che vanno decisamente rimossi. Ed invece cosa si fa? Si autorizza la pubblicità degli avvocati sui mezzi pubblici (autobus, metropolitane, aliscafi, etc.).
Con questo parere (che non condividiamo) il CNF ci ha messo la faccia nell’esasperare la pubblicità ad ogni costo che riguarda le imprese e non può riguardare i professionisti.
Maurizio de Tilla
(Presidente A.N.A.I.)