L’ANAI PROPONE L’AGGREGAZIONE DI TUTTE LE ASSOCIAZIONI FORENSI NAZIONALI E TERRITORIALI

L’Associazione Nazionale Avvocati Italiani propone un movimento di tutte le Associazioni forensi nazionali e territoriali per portare avanti iniziative unitarie sull’avvocatura e sulla giustizia.

“Si sente l’esigenza di rafforzare l’aggregazione associativa nel segno di un cambiamento radicale delle rappresentanze che dia voce a ciascun avvocato in ogni sede nazionale e territoriale – dichiara il presidente Anai Maurizio De Tilla – L’avvocatura, oggi divisa nelle tipologie e modalità di esercizio professionale, deve recuperare un sentire comune riaffermando la propria identità etica nella quale dovranno rientrare i diversi modelli di professione forense”.

Secondo l'Anai il codice deontologico forense, pubblicato ieri in GU, ha connotati diversi, oltre che generici ed appare per altro insufficiente a governare albi che raccolgono complessivamente più di 240 mila iscritti con una percentuale di circa la metà di avvocati con basso reddito.

“Occorre dare un’adeguata e compatibile risposta a nuovi fenomeni quali internet, negozi di strada, avvocati virtuali, avvocati “made in Spain”, pubblicità sugli autobus e sui treni, che impongono scelte etiche e divieti tassativi – continua De Tilla – L’aggregazione di tutte le associazioni forensi dovrà preludere ad un forte dialogo (con possibile dialettica) con le istituzioni forensi, che potrà solo scaturire da una netta separazione di funzioni tra associazioni ed ordini, con le rispettive sfere di competenza e con regole diverse di rappresentanza, senza “tutor” o disconoscimenti antagonisti”.

“Sarà questa la vera novità da introdurre, che scaturisce necessariamente dall’esperienza del Congresso, che ha visto divise mozioni associative che hanno preso complessivamente il quaranta per cento dei delegati congressuali e che, invece che coagulare consensi unitari, hanno dato luogo a incomprensioni e separazioni non più giustificabili”.

“Il coordinamento delle Associazioni territoriali – conclude De Tilla – potrà servire anche in quei territori che hanno perso gli uffici giudiziari, ma hanno una collettività forense pregnante e numerosa”.

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