Chianti a denominazione d’origine controllata e garantita, acquistato in un negozio specializzato in prodotti biologici. E sull’etichetta c’è scritto: “Vino biologico. Da molti anni lavoriamo per ricreare l’equilibrio tra uomo e natura tra vita e spirito. Tutti i nostri sforzi hanno lo scopo di creare un vino unico con il gusto e il profumo caratteristico del luogo di provenienza”. E il luogo di provenienza sono le terre di Romignano, e in effetti il vino è buono, profumato, e il prezzo ragionevole. Ma non lo compro più a causa del tappo. Un tappo di truciolato: pezzettini di sughero tenuti assieme da colla sicuramente tossica come tutte le colle. E non c’è neppure quel piccolo tondino di sughero atto a separare il tappo dal vino. No, non lo compro più. Dimenticavo che sulla bottiglia c’è scritto pure: “Videbis nihil in hoc mundo exstingui (vedrai che nulla a questo mondo si estingue). I miei futuri acquisti si sono estinti.
Attilio Doni