“Acquaiuò, comm’è l'acqua?”. “Manco ‘a neve!”. Il detto polare napoletano mi è venuto alla mente, leggendo un articolo del prete e scrittore Mauro Leonardi sul suo blog “Come Gesù”. Ne trascrivo qualche riga: “Poi è iniziato il Sinodo. E abbiamo visto come è la Chiesa. Sono pastori. Conoscono le pecore. Si vogliono bene. Si dicono in faccia le cose. Sono tutti diversi tra loro, si vede anche da come sono vestiti (quanto è strano il cappello del cardinale libanese)”. “Prete, com’è la Chiesa?”. “Bella, bellissima!”. Ma li hai osservati attentamente questi porporati, caro don Mauro? I loro vestiti di stoffa pregiata, la loro faccia rubiconda? E’ vero che l’abito non fa il monaco, ma trovarne uno il cui volto sia specchio di profonda spiritualità, è impresa assai ardua.
E come sono vestiti? Con “vesti di porpora e di bisso”, diversamente da Gesù che vestiva come tutti gli ebrei del suo tempo. E sei certo che si vogliono tutti bene e che si dicono tutto apertamente? Poi Mauro Leonardi scrive: “La nostra società manca di pazienza e ha paura del tempo. Per questo molti opinionisti si stanno affettando ad anticipare i risultati del sinodo con previsioni più o meno ragionevoli (divorzio, chiesa sinodale, ecc.). Invece il sinodo va con calma, è paziente, investe sul tempo (percorso di due anni). Il cardinale Nichols dice che dobbiamo essere pazienti e lasciare che il processo del Sinodo maturi, lasciare che il quadro generale emerga gradualmente”. Giusto che il Sinodo vada con calma, che duri del tempo, ma è la Chiesa che non deve restare indietro nel tempo, è la Chiesa che deve precorrerli i tempi, come fece Gesù.
Carmelo Dini
